Profondo Rosso

Ferrari, siamo soli noi

“Siamo solo noi” (Vasco).
“Siam quelli là, quelli fra palco e realtà” (Liga).
Scrivo al netto di eventuali interventi giuria su Hamilton, Russell e Verstappen.
Io cerco sempre di commentare ciò che vedo. Non mi interessa chi ha un cugino che ha un amico che conosce un tale che lavora in reparto corse.
Vedo, tra Spagna e Austria, una Ferrari che è solidamente ancorata al quarto posto tra i team.
Lo si era compreso anche dall’andamento della Sprint.
Semplicemente, le cose non stanno funzionando come si sperava. Fin qui è un avvio di estate francamente imbarazzante.
Badate: non è il caso di invocare processi. Ne abbiamo celebrati pure troppi. Lunga vita a Fred Vasseur, una vita che si sta facendo accidentata.
Banalmente, è l’eterno ritorno del sempre uguale: porti gli aggiornamenti e però gli esiti non sono incoraggianti. E sarà il simulatore e sarà la galleria del vento e sarà la pioggia di rane e sarà l’invasione delle cavallette.
Siamo solo noi. Meglio: siamo soli noi, soli con il desiderio di immaginare qualcosa che non si realizza mai.
Inesorabilmente. Adesso si riparla addirittura di bouncing e quanto alla faccenda dell’anti stallo mi taccio per carità di patria (cioè, mica è capitato ad altri…).
Sull’errore di Leclerc potrei dedicarmi ad un trattato di psicanalisi. La frustrazione può spingere alla esagerazione, comunque un pilota deve saper governare le emozioni. Punto e basta.
Verstappen, se ricordo bene, ha firmato la quarantesima pole in carriera. Sono grato a quanti continuano a dipingerlo come un raccomandato: ridere aiuta a vivere meglio.
Quanto al Gran Premio, scopriremo se Norris avrà modo di inventarsi qualcosa. Stesso discorso per la Mercedes e un caro saluto a Lewis Hamilton, che tra poco si unirà a noi in questa valle di lacrime.
Rosse.

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