Profondo Rosso

Eppur si muove, la Rossa (di Leclerc e Sainz)

Ah, noi ferraristi!

Se non ci fossimo, dovrebbero inventarci!

Era appena calata la bandiera a scacchi sul Gp d’Olanda e sono stato sommerso da whatsapp di amici.

Unico slogan: a Monza vinciamo!

Eh, che cosa è la nostra passione, a cosa ci spinge, a quali deliranti emozioni ci espone!

Segue ora un ragionamento serio. Vecchio come mia mamma che ha 97 anni e aspetta non il trionfo a Monza(improbabile) ma addirittura il titolo mondiale.

Ecco qua.

Eppur si muove. La Ferrari, intendo: nonostante lo sconforto della vigilia, in Olanda si è rivista una Rossa decorosa. Non irresistibile, la McLaren è di un altro pianeta e se ne sta rendendo conto pure Verstappen, che ieri è stato battuto in casa da un Norris che nel titolo evidentemente ci crede.
Ma insomma. Forse perché il Cavallino sembrava ragliare e non nitrire, il podio di Leclerc a Zandvoort ha il valore di una vaga promessa in proiezione Monza. Cui si aggiunge il riconoscimento della solida prestazione pure di Sainz.
Qui mi viene buona una riflessione che da tempo immemorabile, ahimè, applico alla Ferrari. Non che servisse l’esempio di ieri: in Olanda Carletto ha disputato una delle gare più belle della sua carriera, d’accordo.
Ma questa non è una sorpresa. Mi spiego. Quasi mai, in questi lunghi anni di malinconico digiuno, quasi mai, dicevo, il problema Rosso è stata l’identità di chi si cala nell’abitacolo! A Maranello sono passati Alonso, Vettel, il Raikkonen bis, adesso ci sono Carletto e Carlitos. Ed è in arrivo un certo Lewis Hamilton…
Ciò che nel tempo è mancato è stato il valore assoluto della macchina. Sulla giostra sono saliti e dalla giostra sono scesi fior di ingegneri e di manager: con esiti raramente all’altezza di chi la guida, la vettura.
Questa è la lezione ennesima venuta dall’Olanda: Leclerc e Sainz se fra qualche giorno a Monza avessero in mano la monoposto “giusta”, beh, sarebbero la’ davanti a giocarsela.
Vedremo e vedrete: io all’effetto…fattore campo ci credo poco, in Formula Uno. L’affetto della gente aiuterà ma anche Verstappen ha appena imparato che si può perdere anche davanti a un popolo innamorato.
Il resto è la certificazione definitiva di un sorpasso tecnologico. La Red Bull è alla quinta sconfitta consecutiva. Un record alla rovescia, per un team che era abituato a stabilire ben altro tipo di primati. Verstappen conserva un margine ampiamente rassicurante ma Norris ha nella McLaren l’auto dei sogni. Realizzati.
E così torniamo al punto di partenza, allo Start del ragionamento. Io non credo affatto che Norris sia più forte di Leclerc. Dipende tutto dalla Ferrari: che ancora a primavera andava più forte della McLaren…

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