Perché Newey ha detto no alla Ferrari
Allora, il dado è tratto.
Adesso tutto è ufficiale.
Adrian Newey, 25 titoli mondiali vinti in F1 tra piloti e costruttori, il progettista più grande di sempre e stop, sposa Aston Martin. Diventandone anche azionista: ma questo è un aspetto che romanticamente qui non interessa.
Nel senso che escludo siano stati i soldi la molla decisiva. Non a quel livello. Non con tutto quello, tantissimo!, che Newey ha già guadagnato in carriera. Stroll senior lo ha coperto d’oro, è il suo stile. Ma se il Mago avesse voluto regalarsi l’emozione Ferrari, il portafoglio non sarebbe stato un ostacolo insormontabile.
E ora vengo al punto che ci sta a cuore.
La Ferrari doveva prendere Adrian?
Assolutamente sì.
A qualunque condizione?
Assolutamente no.
Mi dispiace per gli ultras qui sotto che si scannano in uno scontro tra bianco e nero. Purtroppo per loro, nella vita esiste anche il grigio.
Io so che la Ferrari ha fatto una ottima offerta a Newey. Del resto, parliamo di una Scuderia che non tocca palla dal 2008 e dunque è ridicolo, come fanno i suonatori di trombone, sostenere che non è grave aver perso l’opportunità di ingaggiare il Genio.
È grave, poche balle.
Soprattutto tenendo conto dei limiti Ferrari su progettazione, sviluppo, correlazione tra pratica e teoria.
Eppure, come sommessamente avevo tentato di spiegare nei mesi scorsi, per chiudere una trattativa bisogna essere in due.
Come è da babbei asserire che in Ferrari funziona tutto benissimo (e allora perché si perde dal 2009?), così è da sciocchi dichiarare che la Ferrari doveva dare a Newey le chiavi di Maranello (ah, già che ci sono: prego i fans di entrambe le opzioni di moderare i toni, se no addio, qui sotto non scrivete più).
Non scherziamo, su.
La verità è che Newey ha detto no ad Elkann come disse no a Marchionne e come aveva detto no a Montezemolo. È tutto pubblico, tutto già raccontato.
Può essere che il personaggio ami l’Italia per cibo e cultura ma non per le auto da Gp.
Può darsi che su Newey pesi il ricordo della esperienza processuale per la morte di Senna: un inglese certe cose non le capisce, non le tollera.
Infine (ed è questo il vero elemento di preoccupazione) è evidente che Newey reputa più probabile vincere dal 2026 con i soldi di Stroll senior, il motore Honda e la benzina sintetica di Aramco che non con la prospettiva Ferrari (Elkann, Vasseur, la Shell).
Questo dovrebbe spaventare chi ama il Cavallino. Fermo restando che in vita sua pure Adrian ha conosciuto periodi di sconfitte anche prolungati.
Chi ha ragione?
Chi vincerà la scommessa?
Ai poster (della monoposto campione del mondo 2026) l’ardua sentenza.