Profondo Rosso

La prima pole di Kimi Antonelli

Come si fa a restare indifferenti?
La prima volta in pole di Kimi Antonelli è qualcosa di speciale.
Anche se stiamo parlando di una qualifica per la Sprint.

E’italiano.

Parla il mio dialetto.

Potrebbe essere mio figlio (anche nipote, vabbè).

Perché’ dovrei nascondere che mi sono emozionato?

Poi, certo, trattasi di qualifica sprint.
Sprint che credo di poter dire non sarà vinta stavolta da Hamilton e nemmeno da Leclerc.
Ma ho decretato il disarmo unilaterale, sulla SF25.
Avevo ragione io e buona lì.

Il resto è propaganda.
Dirò poi che mi sono divertito a leggiucchiare il dibattito sulle scelte cromatiche della Scuderia di Maranello.
Confesso a voi tutti di essere un tipo ostinatamente all’antica: per me la Ferrari è Rossa e stop.
Però mi è venuta in mente una cosa.
Vado a memoria, dovevamo essere all’alba degli Anni Ottanta. O giù di lì.
Ero giovanissimo e il giornale mi mandò a un incontro stampa del Drake.
A parte il fatto che ovviamente mi tremavano le gambe per l’emozione, rammento che i miei colleghi più anziani scatenarono un putiferio contro il Vecchio.
Motivo: era stata presentata una Ferrari da Gran Premio che oltre ai consueti e tradizionali sponsor tecnici (olio, freni, benzina, cinture, gomme ect) sfoggiava anche sulla livrea l’insegna della nota marca di sigarette.
Siccome Ferrari aveva sempre criticato i concorrenti che reclamizzavano whisky, profilattici e bla bla bla, ai giornalisti non parve vero di coglierlo in castagna. Mica piccola, la contraddizione…
Ebbene, il Vecchio fece una faccia schifata e più o meno disse: mi dispiace per voi ma non avete capito una mazza, da quest’anno sarà il brand tabaccaio a pagare l’ingaggio dei nostri piloti, ergo trattasi di sponsor tecnico, perché il driver fino a prova contraria è parte della macchina, è un membro della Scuderia…
Ho recuperato questo brandello di memoria perché in fondo, Sprint o non Sprint, sempre lì torniamo.
La Ferrari è bella quando vince.
Rossa, certo.
Ma vincente.
E non è questa.

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