Profondo Rosso

John Elkann tra Montreal e Le Mans

Sarà un week end speciale, per chi ama il Cavallino.
Quindi, anche per John Elkann.
La faccio breve.
Allora, ci sono due Ferrari. Una perde sempre, proprio non tocca palla. L’altra fin qui le ha vinte tutte ed è attesa, in questo fine settimana, dalla sfida più prestigiosa: la 24 Ore di Le Mans.
La prima Rossa è quella targata Formula Uno. E’ quella di Fred Vasseur. Come diceva Peter Parker, alias l’Uomo Ragno, da un grande potere derivano grandi responsabilità.
Questa Ferrari sarà impegnata sul circuito di Montreal, dedicato al leggendario Gilles Villeneuve. Sulla stessa pista, nel remoto 2007, accadde qualcosa di speciale. Cioè,
18 anni fa, in Canada un certo Lewis Hamilton firmò il successo numero uno di una carriera irripetibile. Il non ancora Baronetto allora guidava una McLaren. Fu l’inizio di una avventura difficilmente pronosticabile. Io c’ero. Fu una emozione forte. Anche perché Lewis aveva faticato tanto, per vincere i troppi pregiudizi (chi non ha capito questo, aldilà della simpatia che si può provare o meno per il personaggio, semplicemente ignora quale fosse la cultura, chiamiamola così, imperante ai box prima dell’arrivo di Hamilton).
Ma il tempo passa e non fa prigionieri. Oggi Hamilton è lo specchio della crisi Ferrari: ferito nell’orgoglio, apparentemente rassegnato, troppo lento sull’asfalto. E la Rossa che perde e’ anche il tormento dell’anima di Carletto. Con tre podi in stagione, Leclerc sta decisamente battendo il compagno di Scuderia. Ma è depresso e non nasconde le inquietudini.
In mezzo, ci sta Fred Vasseur. In mezzo e forse pure in bilico, perché questa è la sua Ferrari e i conti mica tornano.
Spettatore interessato di quanto accadrà in Canada (e a Le Mans) e’ ovviamente John Elkann. Al presidente, che dubito conosca Peter Parker, garba zero essere associato ad una immagine di perdente: lo ha appena dimostrato in sede Juventus, dove non ha esitato ad azzerare scelte sue (l’allenatore Thiago Motta, il manager Giuntoli) condannate dai risultati.
Di diverso, fermo restando che sarebbe sbagliatissimo sovrapporre logiche calcistiche all’automobilismo, c’è appunto il fatto che esiste una seconda Ferrari.
Vincente.
E così arrivo alla Classicissima francese. Alla mitica 24 Ore. In calendario nello stesso week end di Montreal. Una delle pochissime cose che non ho sperimentato dal vivo nella mia randagia carriera da cronista e se non mi sbrigo mi sa che…
Ma niente Dottor Divago, dai. Fin qui, il ritorno Ferrari al livello top di Le Mans è il fiore all’occhiello della presidenza Elkann in quel di Maranello. E’ una operazione voluta da lui e in mezzo a tante critiche ci sta il riconoscimento di un merito, se no non vale.
La 499, lo sappiamo, ha trionfato nelle ultime due edizioni della maratona transalpina. Non solo: in questo 2025, la Hypercar del Cavallino ha vinto le tre tappe del mondiale (Qatar, Imola, Spa), impressionando per qualità delle prestazioni ed efficienza gestionale.
A guidare la Ferrari verso un Triplete da sogno a Le Mans è Antonello Coletta, manager romano fin qui felicemente estraneo ai tormenti della F1. Ma è un uomo del presidente e insomma ci siamo capiti e ce lo siamo pure raccontati spesso: se Vasseur fosse congedato, il candidato alla successione Elkann l’avrebbe già in casa.
Ps. In un racconto rimasto celebre, la zia May dice a Peter Parker: ma guarda che io l’ho sempre saputo, che tu eri l’Uomo Ragno.
Ecco, appunto.

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