Il pregio e il difetto di questa Ferrari
Rapidamente, che ho da fare.
Per cominciare, subito tanti auguri a Fred Vasseur. Lo aspetto al muretto tra una settimana a Silverstone.
Venendo agli eventi in terra d’Austria, dico subito che la Ferrari vista nel week end ha un pregio e ha un difetto.
Il pregio. Finalmente una modifica introdotta sulla derelitta SF25 sembra aver dato frutti. L’intervento sul fondo della macchina ha permesso a Leclerc (molto buono, al solito) e a Hamilton (più che dignitoso, però 11 Gp e zero podi al netto della Sprint di Shanghai, insomma…) di staccare la Mercedes di Russell. E forse anche Verstappen, se non fosse stato eliminato al via da un eccesso di esuberanza di Antonelli, sarebbe rimasto dietro alle due Rosse. Grazie al risultato di Carletto e del Baronetto, il Cavallino si è riappropriato del secondo posto nella classifica dei costruttori. Il massimo cui può aspirare la Scuderia in questo malinconico 2025, ma anche il minimo sindacale.
E adesso vengo al limite, al difetto. C’è semplicemente troppa differenza di prestazione con la McLaren. Norris e Piastri di fatto disputano un altro campionato. Lando si è rilanciato ma Oscar il Gp lo aveva perso sabato.
Riassumendo. Anche con il fondo nuovo, la Ferrari non si è avvicinata al team Papaya.
Ormai siamo a metà stagione e i numeri dicono che la azienda presieduta da John Elkann è l’unico top team a non aver vinto nemmeno una gara. McLaren a parte, la Red Bull e la Mercedes ci sono riuscite. E’ questo che brucia, e’ questo il sale sparso su una ferita non semplice da cicatrizzare, soprattutto dopo il concerto di fanfare suonato per tutto l’inverno. Meglio sarebbe sentire i rintocchi della chiesa di Maranello, quei Din don Dan festosi che celebrano successi ormai presenti solo nella memoria di noi tifosi.
Il resto, se permettete, è solo ammirazione per piloti che non hanno in mano una vettura competitiva ma non per questo rinunciano a dare battaglia. Penso all’immortale Alonso e al suo duello con il Rookie brasiliano Bortoleto, lanciato in F1 dal redivivo Mattia Binotto. E penso anche a Lawson, con la ex Minardi risorto dalle ceneri dopo l’umiliante bocciatura da parte della Red Bull.
Nel regno della tecnologia iper sofisticata, e’ bello sapere che l’elemento umano conta ancora.
