Profondo Rosso

Silverstone, tra Vasseur e Verstappen

La cosa buona è il ritorno al muretto di Fred Vasseur in quel di Silverstone.
Silverstone!
Se ci sei stato capisci la magia dell’automobilismo.
Se ci sei stato comprendi che si’ gli inglesi sono anche un po’ stronzi, ma sono gli unici accostabili a noi italiani per passione e competenza.
Poi Silverstone significa per me Nigel Mansell e Patrese che gli va a strizzare qualcosa tra le gambe (“Volevo vedere se ne hai tre”) dopo una pole assurda nel 1992.
Ma questa è memoria.
Nel presente, inevitabilmente si parla moltissimo del possibile passaggio in Mercedes dí Verstappen.
Trovo logico che Wolff voglia l’olandese, sono anni che ci prova. Del resto darebbe anche un colpo forse mortale a quel che rimane di Red Bull, oggettivamente poco amata tra Stoccarda e Brackley.
Immagino anche che, nel caso, Super Max farebbe coppia con il nostro Harry Potter: sapete meglio di me che la scenetta di domenica scorsa in Austria, la paterna assoluzione impartita a Kimi Antonelli dall’olandese dopo la collisione, beh, è stata letta come un indizio di quanto starebbe per accadere.
Sul mercato ci finirebbe Russell. Ma è pure ovvio che se si muove Verstappen scatta l’effetto domino.
Ovunque.
Segue domanda.
Cosa fareste, nei panni di Verstappen?
E sarà vero che nel 2026 la power unit Mercedes avrà un vantaggio così netto sui concorrenti?
Ma quella power unit li’ la avrà anche la McLaren, oggi padrona della situazione.
E quindi?
E in Ferrari che si fa?
Ps. Un pensiero affettuoso a Raffaele Dalla Vite, collega della generazione che ha preceduto la mia. Gli ho fatto da…interprete ai box per decenni, dato che non biascicava una parola di inglese. Poteva essere mio padre, ci siamo voluti bene e aiutati a vicenda. Sono grato alla vita che mi ha permesso di conoscerlo.

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