La Ferrari può vincere il mondiale (a Sakhir)
Di Interlagos e del desiderio di cancellare lo 0 dalla casella delle vittorie Ferrari riparleremo presto.
Intanto ricordo a tutti che, Bop o non Bop, nel week end la medesima Ferrari potrebbe conquistare il mondiale a ruote coperte.
Dopo 53 anni!
Il lirico Emi introduce l’ansiosa attesa.
EMI SCRIPSIT
spiaggia di Sakhir
“Ti tocchi…vero che ti tocchi?”
Pura citazione cinematografico-televisiva (dai su…un piccolo sforzo) tra Sabina Guzzanti e il mio amato “Amarcord”. Ma sul resto…mi tocco eccome!
E come si fa a non toccarsi (ricito…sennò pensate stramale…beceri leoni da tasiera) come disse un certo Titta sempre in Amarcod, quando attendi un possibile iride. Anzi, pure doppio! Scaramantico? Certo! Guai a non esserlo. Tu attendi da 18 anni…io, da 53…Pensa. Non ero nemmeno nato, quando nel’72 la Ferrari conquistò il suo ultimo iride a ruote coperte con la bellissima 312 PB di Furia. Dieci successi su 10 gare disputate, con l’unica eccezione della 24 Ore di Le Mans, cui la Ferrari non prese parte per ragioni tecniche, legate alla poca affidabilità (presunta) del glorioso 12 cilindri boxer, che equipaggiava anche le monoposto. Pure in quel momento, non è che la Rossa in Formula 1 se la passasse benissimo. Non vinceva un titolo da 8 anni e ne avrebbe attesi altri tre, insieme alla venuta di Niki a Maranello. All’epoca, nella categoria, il mondiale piloti nemmeno esisteva. Solo il titolo “marche”(costruttori) cui il Vecchio Enzo teneva tantissimo perché appunto l’indiscusso vincitore era la macchina e nessun altro. Indi per cui, gente come Merzario, Redman, Peterson, Andretti, Ickx e Regazzoni non si è mai aggiudicata al tempo un mondiale. E che circuiti! Daytona, Sebring, la Targa Florio, Brands Hatch, Le Mans, Spa, il Glen, il vecchio Nürburgring, Zeltweg con curvoni a vita persa… Quel titolo fu una boccata di ossigeno per mille e più ragioni. Come fai a non pensare che la storia “drammaticamente” e ciclicamente, non faccia altro che ripetersi, allargando i confini temporali dei propri digiuni e le speranze di vittoria? Come fai a non pensare che la sabbia del Bahrein, non sia certamente quella di Rimini (ricito), ma non porti comunque con sé il fascino ardito del Grand Hotel felliniano insieme alle sue intime scorribande a suon di tedesche di turno?
Lo so Maestro. Ci giro attorno, ma non posso farne a meno. Perché se guardo la cabala, in termini di luogo non è che in termini iridati, questo angolo di mondo da Alonso in poi, alla Rossa abbia detto benissimo. Ma la F1 è una cosa, le ruote coperte un’altra. Così posso dirti che sì. L’attesa è tanta, trepidante e silenziosa. Fossi un napoletano in cerca di fortuna per la 8 Ore del Bahrein mi giocherei questa cinquina secca: “7-18-51-53-83”.
7 : ‘O vaso (Il vaso - il numero di Kimi, ultimo iridato in Rosso. Più che un bevitore, un vero Santo)
18: ‘O sanghe (Il sangue - e dopo 18 anni senza mondiale…)
51 : ‘O giardino (Il giardino - numero di Pier Guidi – Calado- Giovinazzi leader della classifica piloti)
53: ‘A mamma (La mamma – e chissà che “mamma Ferrari” non porti bene, dopo il ’72…)
83: ‘O maletiempo (Il maltempo – numero di Kubica-Yifei-Hanson, altri candidati “gialloni” al titolo).
Per la “serietà” ci sentiamo sabato sera dopo le 20… Quando tutto, sarà realmente definitivo sulla spiaggia di Sakhir.
Per ora concedimi solo la smorfia.
Di un tifoso impaziente.
