Max e Kimi due giganti, Ferrari piccola piccola
Verstappen è un gigante.
Antonelli lo sta diventando.
La domenica di Super Max è l’ennesima conferma. Temo dovrà scendere dal trono, ma il Campionissimo è lui, l’olandese.
La domenica di Kimi, il mio Harry Potter emiliano, è stata semplicemente straordinaria. Tra l’altro la penalità di cinque secondi, che ho trovato ingiusta, non gli ha impedito di finire davanti a Leclerc.
Di sicuro Kimi ha ancora tanto da imparare, certamente commetterà ancora errori (in qualifica mica e’ stato esemplare, eh). Ma abbiamo un diamante italiano sulla griglia di partenza e io ne sono felice.
Vengo alla Ferrari.
Francamente non so più cosa dire, al netto di tutte le (infelici, ribadisco) esternazioni presidenziali.
Mesto quarto posto tra i costruttori. Cinquantadue punti in meno rispetto a Mercedes e distacco solido pure nei confronti della Red Bull, che ha un solo pilota (su questo concetto potrei concedermi un brandello di ironia feroce, ma preferisco astenermi per carità di patria).
La questione, con buona pace di chi ostinatamente ha venduto fumo e spacciato alibi per mesi e mesi!, è dannatamente semplice.
Possiamo fidarci, in ottica 2026, di questo staff?
Temo che la risposta sia obbligata.
Cioè.
Cioè dobbiamo ricorrere all’atto di fede, perché (per scelta) alternative non ce ne sono e nell’ipotesi peggiore sarebbe comunque troppo tardi.
Coraggio.
Questa Via Crucis prevede ancora due stazioni.
Che pena.
