Sta a vedere che Verstappen ce la fa…
Non succede.
Ma se succede…
Max Verstappen come Tom Cruise. Nel senso che imita l’attore hollywoodiano: per lui non esiste Mission Impossible!
E’ oggettivamente stupefacente il fatto che l’olandese arrivi ad Abu Dhabi ancora in lotta per il titolo. Per capirci, a fine estate il suo distacco nei confronti del leader del campionato era superiore ai cento punti.
Non faccio proprio fatica a testimoniare che Verstappen merita di essere collocato allo stesso livello di Ayrton Senna e di Michael Schumacher. E’ un fantastico animale da competizione. Azzanna alla giugulare l’avversario quando ne coglie la difficoltà. E aggiungo che evidentemente come gli illustri predecessori, appunto Ayrton e Michelone, sa tenere unita la squadra nei frangenti delicati. La Red Bull, fino alla cacciata di Chris Horner, è stata squassata da tumulti interni. Ma Max ha tenuto dritta la barra.
Poi, certo, in Qatar e’ stato aiutato dalle scellerate Papaya Rules. Pur di non fare distinzioni tra Piastri e Norris, nel momento chiave della safety car il muretto McLaren ha optato per…il suicidio assistito. Una mossa che rischia di costare il campionato, perché fra qualche giorno ad Abu Dhabi sarà una battaglia tremenda, sul filo dei nervi.
Detto che il mio Harry Potter, al secolo Kimi Antonelli, è stato un’altra volta bravo, al netto della sbavatura finale pro Norris, beh, vengo alle dolenti note.
Sulla Ferrari un bel tacer non fu mai scritto. Il week end qatariota e’ stato imbarazzante. Il sigillo su una stagione inconcepibile.
Quello che mi preme sottolineare, accettando preventivamente l’accusa di essere malato di nostalgia, è che ci sono milioni di persone che amano il Cavallino, gente comune che riconosce nella casa di Maranello un bene comune, un sentimento condiviso, un patrimonio collettivo.
Ebbene, ai ferraristi nel cuore e nell’anima non si possono infliggere mortificazioni come quella appena andata in scena.
Spero, sommessamente, che John Elkann se ne renda conto. Non ho altro da aggiungere.
