Ferrari, quo vadis? Risponde Patrese
Ferrari, quo vadis?
Questa volta sull’angosciante nonché angoscioso quesito si esprime un antico sodale.
Riccardo Patrese.
Buona lettura.
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“John Elkann ha un bel da dire che i pit stop delle Rosse sono i più veloci al mondo. Ma poi cosa te ne fai se a Leclerc e Hamilton dai una macchina tre decimi al giro più lenta?…”
Quo vadis, Ferrari? Stavolta tenta di rispondere un mio vecchio amico: Riccardo Patrese. L’ho visto duellare in pista con Lauda e con Gilles, con Senna e con Prost, con Mansell e Schumacher. Lui è un pezzo di Storia, con la maiuscola.
“Onestamente io fatico ad essere ottimista per il 2026 del Cavallino-sospira il veterano veneto- La Ferrari è reduce da una stagione deludente”.
Questo è un eufemismo.
“Beh, non voglio essere scortese, ci mancherebbe. Ma veniamo da un campionato nel quale sono risultate evidenti lacune nella gestione della Scuderia”.
Tutta colpa di Vasseur?
“No, nel senso che preferirei evitare le personalizzazioni. Di sicuro il francese adesso si gioca tutto, sta lì da gennaio 2023, il tempo per costruire ce lo ha avuto. In generale, a me Fred fin qui è parso poco reattivo di fronte alle difficoltà. In Formula Uno, come in qualunque azienda top, è indispensabile creare un gruppo di lavoro affiatato. Questo è il compito che deve svolgere un team principal. Dopo di che, c’è dell’altro”.
Sentiamo.
“Alla Ferrari serve un leader tecnico importante”.
Uno come fu Ross Brawn ormai trent’anni fa?
“Esatto, un personaggio del genere. Andrea Stella lo è diventato con la McLaren e per la McLaren”.
Qualcuno sostiene che al posto di Lewis Hamilton andava preso Adrian Newey.
“Al Baronetto ci arriviamo dopo. Quanto a Newey, solo lui e i vertici di Maranello sanno come siano andate le cose a livello di trattative. Però io insisto: alla Ferrari serve un punto di riferimento a livello tecnologico”.
E veniamo ad Hamilton. E’ finito?
“Ma per carità!”
Nel 2025 e’ andato proprio piano, caro Riccardo.
“Si’, però che vettura ha avuto a disposizione?”
In compenso Leclerc lo ha stracciato, tra giri di qualifica e differenza punti nella classifica del mondiale.
“E dove sarebbe la sorpresa? Anche se il nuovo campione si chiama Norris, l’unico pilota in circolazione che a parità di macchina potrebbe giocarsela con Verstappen, che è un fenomeno assoluto, e’ proprio Carletto”.
Questo cosa c’entra con Hamilton?
“C’entra, perché Lewis è il driver che ha battuto tutti i record in F1, ha vinto sette mondiali che poi sarebbero otto perché sappiamo tutti come gli sia stato sottratto l’ottavo titolo ad Abu Dhabi nel 2021. A uno così devi dare una monoposto competitiva, se no si smonta. Mettete Lewis su una Ferrari almeno vicina al team più forte e vedrete che se la gioca ancora”.
Invece Leclerc…
“Lui se la gioca sempre, perché per colpa della Scuderia il mezzo giusto non l’ha mai avuto. Charles ha fame di trionfi, ne comprendo la frustrazione, le poche volte che sbaglia dipende dalla voglia tremenda che ha addosso”.
Riccardo, che giudizio dai sulla prima stagione di Antonelli?
“Buonissimo. Era al debutto assoluto, doveva imparare tutto, e’ stato bravo a metabolizzarlo gli inevitabili errori dovuti alla inesperienza. A me è piaciuto tanto, ha mostrato sprazzi di classe assoluta”.
Dove può arrivare l’Harry Potter di Bologna?
“Al titolo mondiale”.
Opla’.
“Se Mercedes con le nuove regole sforna l’auto migliore, Antonelli deve pensare a star davanti a Russell, come ha già dimostrato di poter fare, poi il resto verrà”.
E tuo figlio Lorenzo invece dove può arrivare?
“Lui si dedica alle competizioni di durata, alle macchine con ruote coperte. Nel 2026 farà la stagione Imsa in America con la Ferrari 296 Gt3 Evo. Parteciperà anche alla 24 Ore di Le Mans”.
A quando il debutto nel Wec con la Rossa?
“E’ un sogno che spero si realizzi”.
