A proposito di nuove Ferrari
Tre giorni alla presentazione della nuova Ferrari.
Debbo dire che c’è nell’aria qualcosa. Mi spiego: mi capita sempre più spesso di incrociare gente che mi chiede informazioni, anteprime, eccetera. Cioè la curiosità popolare sta salendo e forse all’origine di un interesse che nel passato recente non avevo notato si colloca, banalizzando, un diffuso desiderio di rivincita.
Probabilmente i Bibitari hanno esagerato, con le loro imprese.
Tenete anche conto che io abito in zona Maranello e insomma qui si gioca in casa, a scanso di equivoci.
Dopo di che, mi viene in mente una rievocazione carina.
Di ‘vernici’ della Rossa ne ho viste tante. Magari pure troppe. Un tempo, l’ho già raccontato, era tutto diverso. Non solo non esisteva Internet. Nemmeno c’era la diretta tv. Sicchè accadeva che chi avesse avuto la fortuna di partecipare all’Evento era poi vittima di un…assalto continuo, da parte di amici, conoscenti, semplici tifosi. In attesa di rivelazioni sulla monoposto appena nata.
E allora parliamo del 1995.
L’ultima stagione senza Schumi.
Era un periodaccio, eh. Il Pinguino, alias Jean Todt, si era installato in Emilia dall’estate del 1993, eppure l’inversione di tendenza ancora non si vedeva.
Anzi, si stava diffondendo un clima di rassegnazione. Non vincevamo un mondiale dal 1979, gli inglesi ci ridevano dietro e Briatore, con i quattrini dei Benetton, aveva trasformato un marchio di pullover in una leggenda da Gran Premio.
Sarà stato per non alimentare inutili illusioni, sarà stato perché la cassa piangeva, però la Rossa del 1995 venne presentata in una piccola saletta attigua alla Galleria Ferrari di Maranello. Non dico che fossimo in uno sgabuzzino, ma quasi.
Non solo.
Poiché risultava estremamente difficile entusiasmarsi per Gerardone Berger e Giovannino Alesi, i vertici del Cavallino pensarono bene di invitare, al mini show, un certo…Alberto Tomba!
AT non c’entrava assolutamente una mazza con la materia, ma in quell’inverno vinceva praticamente sempre e infatti di lì a poco avrebbe conquistato la Coppa del Mondo, ultimo italiano a riuscire nell’impresa, da allora.
Ne venne fuori una simpatica carnevalata. La Ferrari del 1995 era bruttina e non prometteva sfracelli, dunque si finì con il parlare con Tomba di scarponi e bastoncini. Surreale, ma inevitabile.
Tornato a casa, trovai i soliti friends che volevano sapere del musetto, dell’ala posteriore e pure dei pulsanti sul volante.
Ci rimasero un po’ male, quando replicai che il mio amico Tomba aveva annunciato di sentirsi vicino alla Coppa del Mondo.
Oh, era la verità.
Ed era, anche, un’altra Ferrari in un’altra vita.