Addio a Giulio Borsari, mago dei box
La prova più grande della sua amicizia me la diede una decina di anni fa. Quando pretese che accettassi la tessera onoraria di Meccanico di Formula Uno, una sorta di club che aveva creato insieme a tanti colleghi da bullone.
Giulio Borsari, classe1925, da ieri aggiusta macchine in paradiso.
Era un personaggio fantastico e non lo scrivo soltanto perchè è andato avanti.
Aveva, nelle ossa e nel sangue, la passione per le corse.
Era stato a lungo in Maserati, aveva lavorato per la Serenissima, quindi aveva portato le sue mani da artista al servizio del Drake.
E quante avventure. E quanti racconti.
Dalla tragedia di Bandini a Montecarlo a un mondiale perso di un niente da Regazzoni, passando per Lauda e per Villeneuve padre.
Io stavo ad ascoltarlo per ore e ore, come un bambino rapito dall'incantesimo della memoria.
Ricordava tutto. Aveva un grande senso dell'umorismo, anche.
Conosceva i piloti e la loro anima. Non ne era un confidente però sapeva capirli.
Gli debbo tante giornate in allegria, un aiuto sincero per i libri che ho scritto, una cortesia senza fine.
E quella tessera, che mi faceva sentire membro di un Club straordinario
