Il mio Pagellone canadese
Ed ecco il mio Pagellone sulle sponde del San Lorenzo.
VETTEL, 10 e lode. Penso che la cosa straordinaria l'abbia fatta in qualifica, su quell'asfalto mito, un po' umido e un po' asciutto. In gara poi è stato il solito Seb, strada libera e gas a manetta dall'inizio, per creare una voragine tra sè e chi stava dietro. Ho l'impressione che nella relazione agonistica tra lui e Alonso si stia creando la stessa dinamica che alimentò la rivalità tra Senna e Prost. Voglio dire: anche Prost era un Campionissimo, ma il brasiliano (parere personale, ci mancherebbe) aveva quel 'quid' in più, qualcosa persino difficile da spiegare, perchè apparteneva all'indole più intima del soggetto. Da qui la frustrazione del francese, pardon, dello spagnolo.
ALONSO, 9. Non credo che in corsa potesse guidare meglio. Ha compiuto la sua missione, arrivando dove poteva. Ci sarebbe invece da discutere sul sabato, ma stiamo parlando di dettagli. Mi spiego e non divago. Sono anni che la Ferrari ha un problema in qualifica, tutti sanno di che problema si tratta, nessuno a Maranello riesce ad individuare la soluzione. E' ingiusto attribuire la responsabilità del...difetto al pilota. Che poi si incazza e si fa fatica a non comprenderne lo stato d'animo. Vedi alla voce sindrome di Prost...
NEWEY, 10. Beh, questo qua invece i problemi li risolve. Senza nemmeno aspettare le nuove gomme posteriori al kevlar. Ci sarà un motivo, se lo chiamano Genio. E comunque Webber con la macchina di Newey le cose che fa Vettel non riesce a realizzarle. Vedremo cosa combinerà il biondino nel 2014...
BOTTAS, 8. Parlo del sabato. Una Bottas di vita. Lo conosco poco. Le radici finlandesi sono un bel biglietto da visita. Si attendono conferme. Del resto, un anno fa a Barcellona, sempre con la Williams, Maldonado visse una domenica da fenomeno.
VERGNE, 7. Piccoli piloti crescono. Mai la Toro Rosso, a parte l'epopea Vettel, aveva ottenuto un risultato del genere.
DI RESTA, 7. Mi si chiede come abbia fatto a starsene in pista per un'ora e passa con le stesse scarpe. Rispondo che non lo so. Lo sapessi, lavorerei con Paul Hembery in Pirelli e farei test privati ma non segreti come Ross Brawn, che secondo me ha una idea delle prove misteriose degna degli appuntamenti tra scambisti in certi localini con le luci abbassate.
(1, continua)