L’autodifesa di Ross Brawn
Grazie alla collaborazione di una talpa di Brackley stipendiata a Stoccarda, sono riuscito ad ottenere la bozza dell'arringa che domani Ross Brawn terrà a Parigi davanti ai giudici del Mercedes-gate. Ne pubblico le parti salienti, certo di far cosa gradita ai cloggari.
'Signori giurati del Tribunale Internazionale e signore parti lese delle mie parti basse, intese come Ferrari e Red Bull, in verità confesserò subito. Confesso cioè il mio stupore per essere sottoposto ad un processo, quando invece mi sarei aspettato un premio alla carriera, un riconoscimento, un ringraziamento collettivo.
Mi spiego e vi spiego.
Da sempre, diciamo dalla fine degli anni Ottanta, io faccio il furbo. Ma non lo faccio per bieco tornaconto personale. Lo faccio nell'interesse della intera Formula Uno. Ditemi: se nel 1994 sulla Benetton non avessi nascosto alla schermata numero 13122 (tredicimilacentoventidue) del programma del computer l'antispin vietatissimo, in quanti avrebbero potuto scoprire l'enorme talento di Michael Schumacher? E se non avessi tolto la valvola di sicurezza dalla macchina per il rifornimento, chi avrebbe capito l'abilità straordinaria di Schumi nel vincere Gp giocando sulle soste?
Lo so, lo so: ancora c'è qualche ipocrita che mi imputa il rogo di Verstappen ai box. Ma a parte il fatto che quel pilotino se la cavò con una mezza bruciatura sulla tuta, potete forse negare che io abbia aperto la strada ai pit stop con refueling iper ultra rapidi?
E ancora. Chi spinse la Fia di allora a vietare il berillio sui motori Mercedes? Chi spinse la Fia a togliere il terzo pedale sulla McLaren? Chi spinse la Fia a far cambiare le gomme Michelin a fine estate del 2003? Ovviamente, sono stato io. Senza queste mie azioni, la Ferrari dopo 34 (trentaquattro) anni ancora dovrebbe vincere un mondiale e dunque Jean Todt non farebbe il presidente della Fia ammogliato con star del cinema malese, bensì sarebbe un netturbio a Sochaux. Per tacere di Luca Cordero eccetera: senza di me, altro che Confindustria-Fiat-Italo-Italia Futura, oggi al massimo sarebbe il conduttore della 'Prova del Cuoco' su Rai Uno.
Aggiungo che nessuno, a parte Odin, se lo ricorda, ma nel 2007, al processo per le mail e le spie McLaren, pur essendo in anno sabbatico mi presentai a sorpresa al processo di Parigi, proprio in questa sede, e il mio intervento fu decicisivo per la squalifica del team di Dennis e successive conseguenze, compreso il titolo del Biondino, unico uomo sulla terra ad aver vinto un mondiale con la Ferrari senza me medesimo al muretto (solo per questo, Raikkonen è un fenomeno).
Questo per il passato.
Venendo al presente, io chiedo di essere insignito di laurea honoris causa, altro che condanna. Ma scusate. Com'è fatta una monoposto? C'è un volante, ci sono quattro ruote, c'è un motore, c'è un serbatoio pieno di benzina. E per cosa è fatta una monoposto? Per correre. Volete punirmi perchè ho rispettato la natura delle cose?!?
In realtà, io vi ho aperto gli occhi. E' da stupidi spendere milioni e milioni di euro per costruire automobili da tenere, tranne 57 giorni all'anno, chiuse in garage. E' da folli pretendere che i piloti imparino a guidare usando un simulatore, quando potrebbero e dovrebbero scendere in pista. Ovviamente con la vettura più recente a loro disposizione.
Quindi, non mi appello alla clemenza della corte, bensì al comune buon senso figlio dell'intelligenza. Con quello che chiamate Mercedes-gate, vi ho semplicemente riportato sulla terra. Datemi un Oscar alla carriera e sono disposto a perdonarvi per il disturbo.
Ps. Resta inteso, con riferimento alle parti lese delle mie parti basse, che se non ci fossi stato io oggi Stefano Domenicali non sarebbe il team principal della Ferrari, ma un addetto alle pulizie nello stabilimento Maserati di Grugliasco.'