Oltre la tragedia di Antonelli
Mi ha molto colpito l'attenzione mediatica per la tragedia moscovita di Antonelli.
Resta vero che l'unica colonna sonora, dinanzi all'Irreparabile, sarebbe il silenzio.
Ma comprendo: la modernità esige il rumore, sempre e comunque.
Dirò allora che la morte, come ci ha insegnato Totò con la sua poesia 'A livella', accomuna tutti, ricchi e poveri, campioni e ignoti eroi del rischio.
Non dimentico la lezione e l'immagine del 2 maggio 1994.
L'obitorio di Bologna. Due tavoli gelidi. Senna e Ratzenberger. L'Alfa e l'Omega della gloria a motori.
In generale, penso che sarebbe tempo di affidare ai piloti (e solo a loro: non a organizzatori, giudici di gara, sponsor, addetti tv) la decisione sulla opportunità di correre o meno, in circostanze estreme.
Non potremo mai azzerare il rischio.
Ma dovremmo lasciarlo gestire a chi ha scelto di viverlo in prima persona.