Profondo Rosso

Budapest 2007, quando la storia della F1 cambiò

Budapest 2007.

Quando la storia della F1 post moderna cambiò.

Accadde sotto i nostri occhi, anche se, in tempo reale, non fu agevole comprendere ciò che stava maturando.

Alla vigilia delle prove, tramite un collega veterano, Ron Dennis chiese di incontrare i giornalisti italiani.

Poche settimane prima, la Fia aveva incredibilmente assolto la McLaren dall'accusa di aver sottratto informazioni riservate alla Ferrari. Non c'era la prova, disse Max Mosley, che la scuderia di Woking avesse utilizzato quei dati per migliorare le prestazioni della monoposto di Alonso e di Hamilton. Al tempo stesso, la Fia conservava per se stessa il diritto di riaprire il caso, fossero emerse nuove prove.

Così, Dennis voleva spiegare agli italiani il suo punto di vista sulla vicenda.

Fu una conversazione surreale. Io ebbi la netta impressione, che per inciso non ho mai cambiato, che l'algido Ron fosse davvero all'oscuro dell'intrigo. Ebbi l'impressione, magari sbagliata, che i suoi sottoposti lo avessero tagliato fuori, semplicemente tacendogli i dettagli scabrosi del furto di informazioni.

Alla fine dell'incontro, andai, da solo, da Dennis. E gli dissi, papale papale: secondo me lei non sa una beata mazza dell'intera questione, cioè credo alla sua personale buona fede, ma non a quella dei suoi uomini.

Lui mi prese probabilmente per pazzo, comunque mi strinse la mano sibilando un 'thank you' di circostanza.

Poi venne il sabato.

Il clamoroso litigio di Alonso e Hamilton, tra sospetti e colpi bassi nell'ora di qualifiche. Fino alla decisione di Fernando di...stoppare il Nero in corsia box, impedendogli di andare a caccia della pole.

Scoppiò un casino da paura. Verso mezzanotte la giuria retrocesse lo spagnolo sulla griglia, basandosi anche sul fatto che la McLaren, come team, davanti ai commissari si era schierata compatta con Lewis.

Fu l'inizio della fine. Di lì a poco, sempre prima del Gran Premio, Alonso disse a Dennis di disporre di prove che distruggevano alla radice la difesa McLaren nello scandalo delle spie. Dennis ebbe una reazione che, con il senno di poi, definirei bizzarra: chiamò al telefono Mosley, per avvisarlo che su quella scabrosa vicenda esistevano, effettivamente, elementi aggiuntivi.

Questo mi confermò nella mia tesi: Ron era stato tagliato fuori dall'intrigo, orchestrato da altri. Se no, perchè avrebbe chiamato Mosley, invece di tentare di tacitare Alonso in qualche maniera?

Dopo il Gp, il manager di Fernando andò da Dennis e gli disse: non preoccuparti per le parole di Fernando, dava aria ai denti, non sapeva quello che stava dicendo, era solo troppo incazzato perchè il team si è schierato tutto dietro Hamilton.

Ma era troppo tardi, l'inchiesta Fia era già ripartita.

Ad Alonso (ma anche ad Hamilton) venne garantita l'immunità.

Briatore negoziò con Ecclestone una soluzione indolore per l'asturiano, al tempo stesso facendo notare a chi comandava in Ferrari che solo grazie alla 'total disclosure' di Alonso quelli di Maranello avrebbero ottenuto piena soddisfazione nel secondo processo di Parigi.

Cioè, c'era una cambiale da pagare.

Venne presentata all'incasso a fine 2009.

I posteri diranno se gli eventi innescati da Budapest 2007 abbiano migliorato o peggiorato la faccia della Formula Uno. Di sicuro, l'hanno cambiata.

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