A tavola con il Cola
Sono reduce da una riunione conviviale con il punto di riferimento del reparto corse della Ferrari.
No, non sto parlando di Fernandel. E nemmeno di Domenicali.
Provate a pensarci. Quando la Rossa, primi anni del nuovo millennio, chi c'era ai vertici? Todt, ok. Schumi, ja. Brawn, ok. Byrne, come no. Gilles Simon, esattamente. Baldisserri, pure. L'ottimo Mazzola, ovviamente.
Tutti scomparsi, Kimi compreso, per effetto di una glaciazione stile quella che annientò i dinosauri (e se non fu una glaciazione, pace, il concetto lo avete inteso).
Ma chi c'era ancora?
Ah, sì. L'unico sopravvissuto alla staliniana purga. L'unico ad aver conservato ruolo e mansioni (quelle del Dom, per capirci, sono cambiate). L'ottimo Luca Colajanni. Al timone dell'ufficio stampa Ferrari F1 da oltre dieci anni. Come per Agata Christie, alla fine il colpevole ce l'hai sempre sotto il naso e non ci fai caso. Voglio dire: visto lo sviluppo delle cose, uno potrebbe pericolosamente dedurre che il Cola è rimasto, la Ferrari vincente no, ahi ahi ahi.
Ma sono cattiverie.
Dunque, arriva il Cola a tavola e proclama: per festeggiare l'impresa di Sepang mi sono messo a dieta.
Segue menù.
Lasagne.
Tagliatelle al ragù.
Carne salada con e senza fagioli borlotti.
Crostata.
Coca Cola.
Lambrusco.
Sambuca.
A chiudere, per due felicissimi tofisi interisti, l'amarissimo che fa malissimo, pura marca Stramaccioni.
Dimenticavo: rutto libero.
La conversazione è stata dominata dai new media.
Nel senso che, tra un boccone e l'altro, il Cola ha twittato furiosamente, postato su Facebook, evocato chat, scagliato cibernetici anatemi, invocato la banda larghissima, auspicato la censura preventiva su ogni parola uscita dalla bocca di Aldo Costa, eccetera.
Insomma, un pazzo.
Sostanza delle cose.
In Cina e in Bahrein la Ferrari, sapendo di non poter essere competitiva salvo nuovi miracoli, farà un tifo spudorato per Schumi e per Kimi. Più gente partecipa alla spartizione della posta, in termini di punti iridati, meglio è.
A Shangai sulla F 2012 ci sarano sì correzioni, ma non tali da garantire un grande balzo in avanti in stile maoista e nemmeno una rivoluzione culturale. Ci vorrebbe un Ciu En Lai, abbiamo solo un Domenicali.
Da maggio si parrà la nostra nobilitate, cioè la squadra del Cavallino ritiene di avere individuato i difetti della monoposto e di poterli sistemare prima dell'estate.
Massa non si tocca, Massa non si tocca, Massa non si tocca (deve aver paura di diventare cieco).
Ora, non ci resta che digerire.
