Profondo Rosso

Indy, Alesi e la nostalgia

Ora che è ufficiale, mi arrendo.

Conosco Giovannino Alesi dal giorno del suo debutto in Formula Uno.

Era il 1989. Il Gp di Francia ancora veniva disputato al Castellet.

Giovannino correva con una Tyrrell. Se non rammento male, conquistò uno strabiliante quarto posto.

Quasi un quarto di secolo dopo, mi vengono a dire che Alesi, nel frattempo diventato 47enne, farà il suo debutto sull'ovale mitico della 500 Miglia di Indianapolis.

Una volta, l'anno scorso, ne abbiamo parlato assieme.

Gli ho detto che è un pazzo.

Ma, intendiamoci, era un pazzo, adorabile, già allora.

Voi siete giovani e avete il diritto di non ricordare. Eppure, ci voleva la spregiudicatezza di un folle, all'alba degli anni Novanta, per strappare un contratto con la Williams in nome di un innamoramento, molto da oriundo italiano, per la Ferrari.

Mi sono chiesto sempre (e l'ho chiesto anche a lui) che cosa avrebbe combinato Giovannino, se avesse rispettato gli impegni liberamente assunti con Frank Williams.

Mi ha risposto così: 'Forse un paio di mondiali li avrei vinti, perchè ero veloce e non temevo nessuno. Ma credimi se ti dico di non avere rimpianti: sono stato a Maranello nel periodo forse peggiore della scuderia, d'accordo. In compenso, per cinque anni sono stato amato dai tifosi, che non mi facevano pesare la mancanza di risultati. Umanamente, è stata una esperienza fantastica. Professionalmente, dico come numero di vittorie, ci ho rimesso. Ma perchè dovrei fare cambio?'

La cosa buffa è che Alesi è sincero.

Adesso non so cosa sia scattato nel suo cervello. Le monoposto americane non sono la stessa cosa della Formula Uno, gli standard di sicurezza sono diversi (eufemismo) e già gli ovali furono quasi fatali a uno che si chiamava Nelson Piquet (il padre, non il sabotatore di Sing Sing 2008). E Giovannino non gareggia a certi livelli da parecchi anni.

Non so.

Spero abbia ragione lui, spero sia una bella idea e non una carnevalata pericolosa cercare la qualificazione alla 500 Miglia a bordo di una Lotus Dallara.

Farò il tifo per lui.

Mi ricordo quando si viaggiava assieme sui charter della Ferrari per i Gp europei.

Si partiva il giovedì mattina, si tornava la domenica sera.

Anni tremendi, a livello di risultati.

Ma ogni giovedì mattina al check in Giovannino diceva: 'Mi sento che possiamo farcela, vedrai che minimo minimo lotteremo per il podio'.

Poi passava Gerardone Berger, reduce da maratone sessuali appena terminate, e liquidava la questione così: 'Siamo seri, ci batteremo per l'ottavo posto e comunque l'altra notte io ne ho fatte cinque'.

Va mo là.

 

comments powered by Disqus