Profondo Rosso

Sainz e Leclerc hanno fatto bene a sfidarsi

Rispondo subito alla domanda che tutti gli amici di fede Ferrarista hanno iniziato a pormi quando ancora non era calata la bandiera a scacchi sul Gran Premio d’Italia.
Hanno fatto bene Carlitos e Carletto a sfidarsi all’ultima staccata, ruota a ruota, per contendersi il terzo posto?
Risposta: sì! Perché si sono rispettati in pista, hanno evitato una collisione che sarebbe stata, quella davvero, intollerabile e non hanno danneggiato gli interessi della Scuderia. Alla fine della fiera, regalandosi e regalandoci una emozione estrema, gli alfieri del Cavallino hanno portato a casa, entrambi, il miglior risultato possibile.
Non c’è nulla di male, nella rivalità tra compagni di squadra, fin quando non è la squadra a pagarne il prezzo. È normale che Sainz voglia arrivare davanti a Leclerc e viceversa. Un Gran Premio non è un pranzo di gala!
Semmai, come mi capita spesso di sostenere, sarebbe bellissimo se questo dualismo fosse agganciato ad una ipotesi di vittoria. Ma qui ancora non ci siamo.
A Monza è andato in scena un grande spettacolo. Di pubblico ma anche sull’asfalto. Ovviamente, con quella certezza che aleggiava sulla griglia di partenza: la Red Bull ne ha di più. Sainz è stato formidabile nel suo catenaccio: ha ritardato il più a lungo possibile il sorpasso di Verstappen prima e di Perez poi.
Da qui bisogna ripartire. La Ferrari di Monza è stata finalmente alla altezza delle aspettative razionali. Aveva, in nome di un sano realismo, nella pole l’obiettivo massimo: è stato centrato. In corsa era fondamentale tenere a distanza non i Bibitari, imprendibili, ma gli altri team. Missione compiuta.
Può bastare? Certo che no. Tutta la gente che ieri era a Monza, più quella che ha scelto di piazzarsi davanti al televisore in una domenica di fine estate, merita di più.
Molto di più.

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