Ferrari Wec, be BOP a lula (purtroppo)
Come alcuni amici cari sanno, io stravedo per il Wec.
Questione di cuore.
Ero bambino e i giovanotti del mio quartiere lavoravano come meccanici Ferrari a Le Mans o a Daytona o a Sebring.
Era un onore ascoltarne i racconti, quando tornavano a casa.
Ciò premesso, be Bop a lula.
Cioè, pace.
Il Balance of Perfomance è la negazione stessa del concetto di libera competizione su quattro ruote.
Liberi tutti di affermare che l’odierna e moderna F1 fa schifo perché mancano i test, perché ci sono i congelamenti di questo e quello, perché sono contingentate le gomme e c’è il tetto all’uso di motori e cambi eccetera.
Se la pensi così, non puoi ovviamente tollerare il Bop. Delle due l’una.
Antonello Coletta dixit dopo la sei Ore del Fuji, chiusa dalle due Rossr giù dal podio: “Unfortunately, after the 24 Hours of Le Mans, the parameters changed and, with them, our possibility of fighting for the titles”.
Nemmeno debbo tradurre (Coletta, per i non esperti, è il capo della missione Ferrari con il numero in codice 499).
Tutto ciò premesso, onore a John Elkann.
L’ho già detto e lo ripeto.
Il presidente del Cavallino ha avuto coraggio a scommettere sul ritorno al massimo livello nel campionato di Le Mans.
Il fatto che il Mondiale lo abbia vinto ancora la Toyota non modifica il senso del discorso.
E chi mi conosce sa che avrei scritto la stessa cosa anche se il mio amico Giovinazzi e i suoi soci non avessero trionfato nella più famosa 24 Ore che ci sia.
Però, dai, il Bop anche no.