Ecco cosa dovrebbe dire Vasseur
Domani Fred Vasseur incontra i media per il tradizionale appuntamento natalizio.
Ecco cosa direi se fossi al posto suo.
“Care amiche e cari amici, anzi tutto mi scuso con tutti, tramite voi, per non avere ancora imparato l’italiano. Il mio coach linguistico, il sempre giovane Roberto Boccafogli, ha vanamente tentato di trasmettermi la sua proverbiale padronanza del congiuntivo, ma purtroppo sono ancora fermo al “Cat vegna un cancher” che affettuosamente indirizzai a chi mi aveva lasciato in eredità la SF23…”
“Con la SF23 abbiamo fatto il possibile. Era una macchina concettualmente sbagliata. Le facce di Leclerc e Sainz dopo il primo test in pista mi ricordarono quella di Marlon Brando in Apocalypse Now, quando nei panni del colonnello Kurtz continuava a ripetere: l’orrore, l’orrore…”
“Comunque, alla Apocalisse siamo scampati. D’accordo, la Red Bull ne ha vinte ventuno su ventidue. Ma noi siamo andati a sfidare un panzer con un carro armato di latta! Ciò nonostante, come mi suggerisce di farvi notare il sempre ottimo Boccafogli, nessuna scuderia ha progredito tanto quanto noi nella seconda parte del campionato. Lo dicono i numeri, al di là della vittoria di Carlitos nella notte di Singapore…”
“Possiamo allora accontentarci? Merde, direbbe Cambronne, che era un mio compatriota. Io non sono certo Napoleone, so che in quindici anni di Waterloo i ferraristi ne hanno vissute tante…”
“Attenzione, però. Mentirei per la gola se vi dicessi che nel 2024 vinceremo il titolo. Non lo penso, perché in un inverno non puoi ribaltare una gerarchia tecnologica così drastica, a parità di regolamento…”
“Quello che possiamo e vogliamo fare è vincere più spesso, dispensare emozioni, trasmettere il senso che siamo sulla strada giusta. È questo l’obiettivo, bien sur…”
“Dopo di che, sono perfettamente consapevole di quello che mi aspetta. Nel 2023 ero arrivato a pappa fatta. Non potevo incidere sulle prestazioni della vettura. Potevo invece avviare un cambiamento all’interno del team. Credo di averlo fatto. E nel 2024 sarò giudicato per le conseguenze del mio operato…”
“So che tra Torino e Maranello la ghigliottina è sempre in funzione. D’altronde se sono il quinto capo del reparto corse in meno di dieci anni qualcosa vorrà pur dire. Ad ogni modo sono già durato più di Mattiacci…”
“A chi mi chiede dove siano gli ingegneri che avevo promesso di portare rispondo che sono già qui. Mi spiego: a parte Newey e pochissimi altri, davvero ci sono nomi che colpirebbero la fantasia popolare? Anche questa ossessione della caccia al presunto Grande Nome la trovo molto, come dire, calcistica. Ci siamo rafforzati e continueremo a farlo, senza cedere alle frenesie da mercato degli ingegneri…”
“I piloti che abbiamo sono sotto contratto fino a tutto il 2024. Ho proposto ad entrambi il prolungamento. Le rispettive scadenze se permettete sono fatti nostri. Che in Leclerc voglia stare davanti a Sainz e viceversa è assolutamente normale. E’ anche normale che Todt figlio e Sainz padre rompano le scatole. Ma resta incontestabile il fatto che a nessuno dei due fin qui è stata data una Rossa da mondiale. Io gliela voglio dare…”
“Da francese sbarcato in Italia, comprendo la differenza tra essere un Re Sole o un Re Sola. Quando verrà il momento di salutare Maranello, vorrei poter evocare il ritornello di una magnifica canzone di un’altra mia connazionale, Edith Piaf…”
“Non, Je ne regrette rien. Per la traduzione chiedete a Boccafogli, a furia di insegnarmi invano l’italiano ha imparato lui il francese. Bon Noel, Ferrari!”