Profondo Rosso

Ferrari-Hamilton (più Bono): le due campane

In attesa di Bono (oltre Manica danno per scontato l’arrivo a Maranello anche dell’ingegnere Mercedes, per la serie with or without, cit.U2), ospito qui sotto due opinioni distinte e distanti sul Matrimonio del Secolo tra il Mito Hamilton e la Leggenda Rossa.
La prima è di Piero Ferrari. La seconda è di Giancarlo Minardi.
Buon week end.
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FERRARI

Piero Ferrari è un estimatore di vecchia data di Lewis Hamilton. Dunque certamente non è stato colto di sorpresa dalla notizia che in un futuro prossimo il sette volte campione del mondo vestirà di Rosso.
“Ma non voglio parlare degli aspetti contrattuali, che ovviamente non mi competono -dice il vicepresidente della azienda di Maranello- Invece mi fa piacere riflettere sul personaggio, sulla sua storia…”
Come vi siete conosciuti?
“Forse non tutti sanno che Lewis è sempre stato sensibile al fascino del Cavallino”.
In che senso?
“È un nostro cliente! Più di una volta ha visitato fabbrica”.
Il reparto corse?
“No, no. Veniva come acquirente delle nostre vetture. Non è soltanto un asso della velocità. Ha un amore autentico per le supercar. Nel suo garage non potevano mancare le nostre automobili. Una in particolare…”
Quale?
“Il modello che si chiama proprio LaFerrari. Hamilton venne a Maranello per dare le indicazioni relative all’allestimento della macchina. Fu in quella occasione che ci salutammo cordialmente. E lui mi disse una cosa che mi colpì…”
Sentiamo.
“Avevamo in squadra Vettel ed eravamo contenti di Seb. Avevamo appena rinnovato il contratto con il tedesco, che stava andando bene. Lewis fece una battuta: se aspettavate dodici mesi arrivavo io…”
Magari ci stava già pensando.
“Non credo, lui ha vissuto e ancora sta vivendo una storia fantastica con Mercedes. Ma di sicuro, come raccontavo all’inizio, non è mai stato indifferente alla nostra storia. Lui poi è molto legato alla leggenda dell’automobilismo, da bambino aveva Senna come idolo, in Mercedes nel 2013 prese il posto di Michael Schumacher…”
Insomma, questo matrimonio era scritto nelle stelle.
“Beh, personalmente sono molto contento, ci mancherebbe. Una figura come quella di Lewis si sposa alla perfezione con il mito Ferrari”.
Ma a Maranello solo due piloti già campioni del mondo altrove sono arrivati e hanno vinto anche con la Rossa…
“È vero, lei si riferisce a Fangio e a Schumacher. Lo considero un attimo auspicio”.
Piero, posso fare l’avvocato del diavolo?
“Prego, me l’aspettavo”.
Ma come funzionerà l’accoppiata Leclerc-Hamilton? Sa come si dice, i due galli nel pollaio…
“Ma no. Charles è il campione del futuro, la Ferrari crede in lui e lo ha dimostrato, mi pare. Hamilton è Hamilton. Non vedo perché dovrebbero litigare”.
L’avvocato del diavolo avrebbe un’altra domanda.
“Sentiamo”.
Ha senso che ci sia, almeno così pare, un anno di attesa? Prima del 2025, ci sono i Gran Premi del 2024…
“Stiamo parlando di professionisti. Certe cose in F1 non sono insolite. Nel 2006 a inizio stagione Alonso annuncio’ che nel 2007 avrebbe corso con la McLaren ma nel frattempo gareggiò e vinse il titolo con la Renault”.
Magari anche Hamilton, nel frattempo…
“Ah, no! È difficile, ma nel 2024 speriamo di vincere noi!”
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MINARDI

“Se parliamo di marketing, è una operazione geniale, dunque tanto di cappello a John Elkann. Ma se parliamo di Formula Uno allora il discorso cambia…”
C’è chi dice no, come nella canzone di Vasco Rossi. Alla euforia generata dall’annuncio dello sbarco in Ferrari di Lewis Hamilton dal 2025, Giancarlo Minardi oppone una garbata perplessità. Val la pena ascoltarlo.
“Ci sono dimensioni diverse -spiega l’imprenditore romagnolo, che con la sua Scuderia lanciò nei Gran Premi personaggi come Alonso, Trulli e Fisichella- Io non sono un ingenuo, comprendo le ragioni che definiro’ commerciali del grande accordo tra un sette volte campione del mondo e la Signora in Rosso. È un incontro tra Mito e Leggenda. Però…”
Però?
“Io, parlando invece di automobilismo e basta, uno come Hamilton non lo avrei preso”.
Perché è troppo vecchio?
“No, giuro che nel mio ragionamento l’anagrafe non conta. Alonso è persino più anziano di Lewis ma va ancora fortissimo. E anche Hamilton è ancora competitivo”.
E allora?
“Allora ci dobbiamo chiedere: in tutti questi anni la Ferrari ha perso per colpa di chi la guidava?”
Come rispondiamo?
“No, la Rossa non sta senza titoli da una generazione per responsabilità di chi stava al volante”.
Andiamo avanti.
“Ne consegue che Hamilton non è una garanzia di successo. Come non lo fu Vettel”.
Insomma, qui si scambia la causa con l’effetto.
“In F1 è fondamentale avere un’auto vincente. Una casa non la costruisci partendo dal tetto, ma dalle fondamenta. E poi voglio fare io una domanda a lei, caro amico”.
Prego.
“Ma come la prenderà Leclerc?”.
Boh, magari si consolerà guardando il conto in banca.
“Senta, gli avevano prolungato il contratto dicendo che puntavano tutto su di lui. Passa una settimana e gli mettono accanto un Mito come Hamilton…”
Dice che qualcosa non torna?
“Facciamo che in questa vicenda c’è più di una stranezza. E comunque io avrei tenuto Sainz”.
Lo spagnolo le piace?
“Molto. Ma può essere che lui abbia già una intesa a lungo termine con la Audi, che entrerà nei Gp dal 2026. In ogni caso, io lo avrei sostituito con un giovane talento, non con un fuoriclasse quarantenne”.
Minardi, non le va bene niente!
“Intendiamoci, mica faccio il gufo! Se Lewis vince il mondiale con la Rossa, sarò il primo a festeggiare. Mi limito ad esprimere uno scetticismo che spero infondato”.
Va bene, ma intanto nel 2024, con Hamilton ancora in Mercedes, come la mettiamo?
“La mettiamo che lei è un provocatore”.
In che senso?
“Guardi, qui è chiara una cosa: Lewis molla la Freccia d’Argento in anticipo perché tanto sa che la Red Bull di Verstappen nell’immediato è imbattibile”.
Andiamo bene. E la Ferrari?
“La Ferrari idem con patate. Vasseur avrà il compito di gestire Sainz separato in casa e non sarà semplice! Inoltre veniamo da una stagione in cui la Red Bull ha vinto 21 Gran Premi su 22. Le regole tecniche rimangono identiche. È dura immaginare un ribaltone”.
Quindi anche per questo parliamo già del 2025, Hamilton in Rosso è un’arma di distrazione di massa?
“Beh, lo ha detto lei…”

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