Newey, la vera storia
Lo so, lo so.
Il mio piccolo popolo vorrebbe sapere cosa penso a proposito della notizia del giorno.
In effetti lo sbarco in Sauber futura Audi dell’incredibile Hulkenberg mi intriga assai.
Scherzi a parte.
Chi mi segue lo sa.
Da mesi e mesi scrivo che John Elkann sta provando a portare in Italia il signor Adrian Newey.
Ergo, è un segreto di Pulcinella (l’intenzione, eh).
Aggiungo che dall’inizio ho definito l’operazione Hamilton anche una calamita (senza accento!) per attrarre a Maranello ingegneri top.
A me è noto che per anni tecnici qualificatissimi hanno respinto le offerte Ferrari. Per ragioni che, semplificando, hanno nomi e cognomi: Costa, Allison, eccetera. E Newey diede il due di picche a Montezemolo e pure al compianto Marchionne.
Dopo di che.
Un presidente che ingaggia Lewis e prova a prendere Newey merita solo complimenti, a prescindere da ogni altra considerazione sui giri veloci, eccetera.
Ci sono tanti puntini da unire, come sulla Settimana Enigmistica. Mi dispiace non aver mai lavorato con Lewis, ipse dixit. C’è pure il mare di mezzo, Soldini, la barca, quello che sapete.
Quanto alla durata del mitico gardening, ci sono già schiere di avvocati che festeggiano a champagne.
Poi non lo so come va a finire.
Giuro (anche se ho una mia convinzione).
In Red Bull da mesi è in atto uno scontro che potrebbe portare alla autodistruzione.
Che farà Verstappen?
Uno come Newey è come Messi nel calcio.
Lo prenderebbero tutti. La Mercedes, la Aston Martin, la Audi che verrà.
Con Max o anche senza.
Wait and see, direbbe mio cugino Kimi (non Antonelli, Raikkonen).