Con Pecco per Leclerc
A volte la vita è curiosa.
Anzi, divertente.
Per ispirarmi nel lunedì post Montecarlo, sono andato a rimettermi in sesto al tavolo del Montana, il più bel ristorante del mondo.
Arrivo e chi ci trovo lì?
Pecco Bagnaia! Gentilissimo, educato, in transito da Barcellona al Mugello via Borgo Panigale.
E si vede che doveva rimettersi in sesto pure lui, dopo le emozioni domenicali.
Così’ ho cambiato programma di lavoro e ho scritto una storia diversa da quella che immaginavo, per il giornale.
La pubblico qua sotto.
ps. Per la foto chiedete a Roli, che è sempre sul pezzo, anche quando non è fisicamente presente.
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Che poi, in fondo, è giusto così. Ultime vittorie in contemporanea di una Ducati ufficiale e della Ferrari: anno del Signore 2008, era il 22 giugno, primo Felipe Massa a Magny Cours e primo Casey Stoner a Donington (nel 2022, Charles Leclerc trionfò in Australia in coincidenza con l’impresa di Enea Bastianini in America, era aprile, ma la moto era di un team clienti).
In fondo, è giusto così: cioè Pecco Bagnaia, reduce dal successo in Catalogna, ha scelto sì di cadere ancora, ieri, ma stavolta su un piatto di tortellini al Montana, il tempio gastronomico delle Rosse a quattro ruote.
“È una bellissima combinazione- mi ha detto il campione del mondo su due ruote- Sono felice per Charles, ho percepito da lontano la sua emozione, non è vero che tutte le vittorie sono uguali. E visto che raramente la Ferrari e la Ducati hanno festeggiato assieme, sinceramente mi auguro ci siano tante…repliche a breve scadenza!”.
VICINI. Non sempre noi italiani, così propensi ad esercitare un cronico disfattismo, non sempre, scrivevo, riusciamo ad apprezzare la esemplare, virtuosa connessione che idealmente unisce Borgo Panigale a Maranello.
La Ducati è un miracoloso impasto di cultura e tecnologia: grazie a un leader come Claudio Domenicali e a un genio come Gigi Dall’Igna ha mandato in crisi di identità i colossi giapponesi. Davide non si è limitato ad abbattere Golia: lo ha spedito in pensione.
Quanto alla Ferrari, beh, il giorno dopo Montecarlo tra Maranello e dintorni ti imbatti solo in gente che sorride. Vecchi, mamme, bambini: domenica hanno sentito suonare le campane per Carletto e il mix tra sacro e profano è una delle chiavi di lettura di un romanzo popolare che rimanda alle trame di Dumas e di Victor Hugo, con una spruzzata di Manzoni (cioè, tra parentesi: Leclerc è il Renzo Tramaglino del racconto, il Promesso Sposo che prima o poi dovrà pur salire all’altare iridato…)
IN VISITA. Tornando a Pecco, sulla strada che da Barcellona porta al Mugello, dove si gareggia tra pochi giorni, ha fatto sosta a Maranello in veste di …potenziale cliente. “Sono venuto a dare una occhiata all’ultimo modello di serie della Ferrari, la Dodici Cilindri. Magari un giorno me la regalo, però adesso sono concentrato sul campionato. Domenica in Spagna non mi sono spaventato quando Martin e Acosta mi hanno superato, avevo capito che stavano tirando troppo. Il Mugello? Penso a cosa ha rappresentato Monaco per Charles, spero per me sia la stessa cosa fra qualche giorno…”
GILLES. E insomma e di nuovo è giusto così: narrazioni figlie della passione si intrecciano, si intersecano, si sommano, nobilmente si confondono.
L’altra sera a Montecarlo, come in un romanzo di Guareschi, il papà di Don Camillo e Peppone, un Leclerc stravolto dalla felicità è tornato a casa in bicicletta. E gli veniva in mente Gilles Villeneuve, che a Monaco con la Rossa vinse nel 1981.
La prossima tappa F1 sarà a Montreal, il 9 giugno, sul circuito dedicato proprio a Gilles.
A volte ritornano, le antiche emozioni. Per merito di Pecco e Carletto.