Profondo Rosso

Barcellona, la Ferrari e Antonelli

Barcellona.
La Ferrari.
Kimi Antonelli.
Se ne parla da mesi, si aspetta l’annuncio ufficiale: Toto Wolff, il boss della Mercedes, è pronto ad affidare il volante della Stella d’Argento a Kimi Antonelli, il monello emiliano attualmente impegnato nel campionato di F2 dopo aver vinto tutto nelle categorie minori.
La strategia di mister Wolff è chiarissima: replicare il grande colpo di Chris Horner ed Helmut Marko, che nel 2015 con la Toro Rosso lanciarono in F1 l’ancora minorenne Max Verstappen, poi portato in Red Bull.
Adesso la federazione internazionale ha allentato i limiti introdotti dopo il caso dell’olandese: di nuovo, non è più necessario avere compiuto i diciotto anni per disputare un Gran Premio.
Sull’argomento mi sono già espresso, dunque annoierò STF 69 e gli altri amici.
In breve.
L’operazione è affascinante, ritrovare un driver italiano in F1 sarebbe bellissimo. Ma è una mossa a doppio taglio: Wolff ha perso Hamilton, il Re dei Re, e lo sostituisce con un debuttante? E se poi non funziona? E se il bravissimo Antonelli avesse bisogno di più tempo per crescere? E se di Verstappen ce ne fosse solo uno?
Boh: vedremo e vedrete. Di sicuro Kimi nei test con le vecchie monoposto Mercedes è andato bene e potrebbe anche, si mormora da tempo, iniziare subito l’avventura, salendo sulla Williams, team molto legato a Toto Wolff.
In ogni caso, auguri al giovanotto. Farò il tifo per lui. Non ho mai avuto la fortuna di raccontare un italiano campione del mondo di F1. Chissà, forse faccio ancora in tempo. Detto questo, dopo la sbornia di Le Mans, beh, la Ferrari da Gran Premio o c’è o non c’è . Penso che in Catalogna scopriremo se Vasseur è distinto e distante da Binotto. Speriamo bene.

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