Lauda, Kimi e la retromarcia del Pinguino
Giorni fa mi sono imbattuto in una intervista rilasciata dal vecchio Lauda.
Lo dico per i più giovani: Niki è stato uno degli ultimi eroi di una F1 che stava cambiando. Non per niente prossimamente in America realizzeranno un film sugli incredibili eventi del 1976, il rogo del Ring, il suo coraggioso ritorno ai Gp in fretta e furia, ancora la rinuncia al titolo nel bel mezzo di un devastante diluvio giapponese.
Io, poi a Lauda sono emotivamente legato perchè, indirettamente, grazie a lui misi piede per la prima volta all'interno del circuito di Fiorano. Era il 1976, avevo sedici anni, era il giorno in cui lui si riappropriava della Ferrari dopo lo spaventoso incidente.
Vabbè, non divaghiamo, sono già il Dottor Divago ad honorem.
Dicevo che ho letto l'intervista. Nella quale l'austriaco, in buona sostanza, dice due cose.
La prima, banalissima: uno come Raikkonen è un bonus per l'intera Formula Uno, perchè è un campione. Ma al giorno d'oggi puoi andare sempre fortissimo, spiega Lauda, però ti debbono dare una macchina competitiva, altrimenti passi per fesso. Ed è dura immaginare, sottinteso, che la Lotus ex Renault metta Kimi in condizione di lottare per le prime posizioni.
La seconda, meno banale: non vedo, sostiene Niki, come si possa ipotizzare una sconfitta Red Bull nel campionato, nel 2011 avevano un margine tale che certo non lo perderanno per la semplice abolizione degli scarichi soffiati. Riflessione ineccepibile, almeno in astratto.
Dopo di che.
Dopo di che, giusto oggi la Fia si è rimangiata l'autorizzazione alla Lotus di Raikkonen per l'impiego di quel dispositivo che stabilizzava l'altezza della vettura in frenata. Ne avevamo parlato non molto tempo fa e subito, alla luce dell'ok della federazione internazionale, la Ferrari aveva fatto sapere di essere pronta ad adottare il marchingegno.
Oggi, il Pinguino, alias Jean Todt, ha innestato una precipitosa retromarcia.
Che c'entri qualcosa il fatto che la Red Bull aveva comunicato, ufficiosamente, di non essere mininamente interessata alla soluzione Lotus? Che c'entri qualcosa il silenzio che la McLaren aveva osservato in materia?
Boh. Bah. Mah.