Salutatemi Spa (da Parigi)
Sono in partenza per Parigi.
Sarà la mia sedicesima Olimpiade, tra estive ed invernali.
L’ultima, certamente.
Il Tempo non fa sconti.
Poiché questo ameno luogo esiste dal 2006, è già capitato che la F1 diventasse per me un optional (ricordo ancora con orrore una notte a Pechino nel 2008 davanti alla tv: a Budapest il motore della Rossa di Massa si disintegrò in extremis. Naturalmente era tutta colpa di Binotto, ahrr ahrr ahrr, cioè risata alla Pietro Gambadilegno).
Quindi, salutatemi le Ardenne. Per me non c’è Gran Premio più bello di Spa. Lì ho visto cose che voi umani, eccetera: Ayrton, Schumi, Kimi…
Spero di riuscire a vedere la gara, in qualche modo. Potrebbe essere un buon segno per la amatissima Ferrari: tre anni fa stavo a Tokyo e con mio sommo stupore in Ungheria si impose il mite (ahr ahrr ahrrr!) Ocon. Non proprio il favorito, come domenica non lo saranno Leclerc e Sainz (che, tra parentesi, ha tutto il diritto di dichiarare che non si sente inferiore a Hamilton: tutti i piloti ragionano così, ci mancherebbe).
In caso di penalità da motore promette di essere interessante il civilissimo dialogo tra MiniMax Verstappen e il suo muretto Bibitaro.
Tenterò di leggere le vostre sempre pacatissime argomentazioni: sarete la mia finestra sul paddock.
Nomino custode del bidone di benzina (sintetica, eh) il cloggaro STF69. Non maltrattatelo troppo, è un brav’uomo nonostante le apparenze (ahrr ahrr ahrr).
A presto e grazie di tutto.