Profondo Rosso

Monza, i ferraristi tra Leclerc e Antonelli

Poi uno dice: ma chi diavolo sono, i ferraristi?
Nel 2024, poi.
Proverò a spiegarlo.
Giovedì di Monza
La safety car di Mylander è andata a schiantarsi alla Parabolica.
Il simpatico curato di campagna, leggi Fred Vasseur, è andato a schiantarsi con iperboliche profezie sui nostri aggiornamenti.
Io sono un vecchio cronista triste e malinconico.
Solitario y Final.
Dieci anni fa, 2014, proprio qua, a Monza, Sergio Marchionne pose fine, traumaticamente, all’era Montezemolo.
Vagavo per i campi del Tennessee, come ci ero arrivato chissà.
E insomma mi chiama Nelson66, cloggaro storico dal remoto 2006, origine di Profondo Rosso.
Non mi lascia scampo.
Andiamo a Malnate, provincia di Varese, dove il glorioso ingegner Ceruti, anni 82, ha radunato il mitico Ferrari Club di Castiglione Olona.
Questa gente mi adora.
Siamo amici da trent’anni, dal 1994..
Ci sono i figli e i nipoti di chi c’era ai tempi di Alesi e Berger.
Mi viene un groppo in gola a pensare alle facce che non ci sono più.
Triste, solitario y Final.
Ma Ceruti, che deve essere immortale, mi fa: Leo, abbiamo fatto un sondaggio tra gli iscritti.
Tutti content per Antonelli, un italiano in griglia ci vuole ma poi se vince con la Mercedes ci incazziamo come bestie.
E comunque domenica Leclerc arriva primo.
Verdetto popolare.
Mi stanno portando una vodka.
Kimi (non Antinelli) dove sei?
Perché il tempo è la nostra prigione?
Cosa resterà dei nostri amori non realizzati, non appagati?
Nelson e Ceruti mi hanno fatto servire un’altra vodka.
È notte.
Fiat lux a Monza.
Ma giuro che stavolta John Elkann non c’entra.

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