Sognando Natale, in compagnia di…
Capita anche a me.
Nonostante l’età che ho.
Capita cioè di sentirmi chiedere: ma tu che regalo vorresti, per questo Natale?
Allora, lascio da parte le cose e le suggestioni private, familiari.
In questa sede mi riferisco al desiderio legato alle mie esperienze professionali, al lavoro che malamente svolgo, alla passione che alimenta i miei scritti dedicati alla F1, all’automobilismo, al fascino delle corse.
È solo una parte delle mie emozioni.
E però, si. Non è mai stato solo “lavoro”. È vita.
Dunque, confesso senza pudore.
Che regalo sogno?
Ah, sì.
Io vorrei ritrovarli, quei due.
Vorrei incrociare i loro sguardi.
Intercettare i loro sorrisi.
Non per domandare come hanno vissuto il tempo sospeso che il destino ha imposto.
Non per indagare sui misteri che necessariamente hanno accompagnato il viaggio nell’oblio.
No.
Vorrei incontrarli per dirgli che mi sono mancati, che ci sono mancati.
Vorrei raccontare loro tutto quello che è accaduto sui circuiti del mondo in questi anni. Nel loro ambiente. Nel loro Universo.
Suppongo che riuscirei ad incuriosirli, perché rammento bene l’interesse che provavano per imprese e nefandezze dei loro colleghi.
E sono sicuro che in fretta mi offrirebbero una interpretazione corretta delle cose che io, scribacchino di periferia, non ho compreso oppure ho frainteso.
Sarebbe bellissimo se quel tempo sospeso, interrotto, affidato silenziosamente a frammenti di vaga e inconfessabile speranza, ecco, sì, sarebbe bellissimo se l’orologio della intimità, della comunicazione interpersonale, finalmente si rimettesse a ticchettare, a scandire la poesia del cuore.
Il mio cuore. Il loro. Il vostro che leggete queste righe insensate.
Davvero.
Se Babbo Natale mi esaudisse, come faceva sessanta e passa anni fa, dovrebbe portarmi sotto l’albero due persone.
Michael Schumacher ed Alessandro Zanardi.
E dopo, credo, potrei anche far calare il sipario sulla mia avventura di cronista malato di emozioni.
Buon Natale a tutti.