Profondo Rosso

È ancora la Ferrari di Leclerc?

A come Atrocità
Doppia T come Terremoto e Tragedia
I come Ira di Dio
L come Laco di sangue
A come Adesso vengo di là e ti spacco le corna.
Vi ho appena descritto lo stato d’animo di Leclerc nei confronti di Hamilton.
Scherzi a parte. A febbraio 2019 Andrea Bertolini, glorioso campione del mondo a ruote coperte e tutor di Charles (che infatti lo chiama zio), prende il monegasco da una parte e gli fa: adesso vai in Australia, è il tuo debutto con la Ferrari, ricordati che Vettel è un quattro volte campione del mondo e quindi prendila con calma.
Risposta: “Io Seb lo asfalto”.
Giuro che è vera.
Non credo che Leclerc abbia un atteggiamento diverso nei confronti di Lewis.
Vorrà stargli davanti da subito e Hamilton vorrà fare la stessa cosa. Del resto, ci sono banalità che in quanti tali non smettono di essere tali: il compagno di squadra è il primo rivale.
Leclerc non è rimasto sorpreso dalla accoglienza che Lewis ha ricevuto. Ha intuito da subito, cioè un anno fa, che avrebbe dovuto condividere il garage con un personaggio carismatico come pochissimi.
Può piacere o non piacere, ma Hamilton sta alla F1 come Tom Brady stava al football americano e Federer al tennis e Kobe Bryant alla NBA.
Sainz era e rimane un bravo pilota, ma qui siamo entrati in una dimensione sideralmente diversa.
Questo, per Carletto, è uno stimolo enorme. Non lo ammetterà nemmeno sotto tortura, ci mancherebbe. Ma mandare in pensione anche il Baronetto, dopo avere avviato il congedo di Vettel, è il suo obiettivo.
Leclerc non mollerà tanto facilmente le chiavi di casa di Maranello.
Sarà un campionato molto interessante (anche per la recentissima pronuncia Fia sulle ali flessibili, eh…)

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