Sprofondo Hamilton, sprofondo Rosso
in
Formula1
- Tanto, che te lo dico a fare?
Sprofondo Hamilton. La sequenza è vagamente agghiacciante. Ultimo in qualifica a Las Vegas. Terz’ultimo nelle due qualifiche del Qatar, con analogo risultato nella Sprint Race.
Le parole le avete sentite, immagino. “E’ il peggior momento della mia carriera”, ha ammesso il Baronetto. In preda ad una crisi esistenziale: “Preferirei immaginarmi su una tavola da surf”. Tormentato da dubbi tecnici: “Non riesco a capire come sia stato possibile addirittura peggiorare la mia macchina tra una sessione e l’altra”.
Sprofondo Hamilton. Qui non si tratta di infierire, ma risultati del genere sono sconcertanti. Dolorosi.
Non era un sogno ma un incubo. Pur nel disagio collettivo innescato da una Ferrari penosa, anche in Qatar Lewis ha beccato più di tre decimi da Leclerc. Sono troppi, a fine stagione. Dico, il sette volte campione del mondo è a Maranello ormai da un anno, come è possibile che si senta ancora estraneo all’ambiente, al gruppo, alla squadra? Ha un avvenire il matrimonio tra lui e la Rossa?
Sono domande pesanti, inquietanti. Forse la risposta la conosco soltanto il diretto interessato, soltanto Hamilton. Ma il sospetto è che sia sbagliata (cit. Corrado Guzzanti, of course).
Ma è, anche, Sprofondo Rosso. Un depresso Leclerc tenta di salvare la baracca ma nella Sprint non va a punti e sulla griglia di partenza del Gp occupa una mesta decima casella, complice anche uno spettacolare testacoda.
In breve. In Qatar anche la ex Minardi, la Aston Martin, la Williams e la Alpine stanno davanti alla Ferrari! E meno male che Vasseur aveva annunciato grandi ambizioni per le ultime tappe del campionato. Invece questo è il punto più basso della gestione del manager francese.
Anche qui, gli interrogativi si sprecano. Come è potuto accadere? Perché una Scuderia che meno di dodici mesi fa lottava per il mondiale costruttori si è ridotta così? Che margini di speranza ci sono per un futuro che è già qui?
Mi dispiace per i miei amici di Clog. La realtà ha superato le mie peggiori fantasie. E ho finito le parole (in compenso ho fatto una bella chiacchierata a tavola con Coletta e Cannizzo, i papà della 499 iridata. Hai visto mai, eh).
Vabbè, il resto è Norris, che può matematicamente laurearsi campione del mondo. Se vince, fine della storia. Però il suo collega Piastri non molla: Oscar ha dominato la Sprint davanti a Russell e si è preso la pole. Fine del letargo, forse. L’australiano sta sotto di 22 punti: ci proverà a rimandare tutto ad Abu Dhabi. Verstappen, terzo in griglia, idem.
Infine Antonelli: ancora bravo, non mi stupirei se il mio Harry Potter lottasse per un posto sul podio.
