Il compasso e la penna. ‘Disegni indocili’ di Francesco Gurrieri
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Firenze, 20 novembre 2012 – Articolo pubblicato su "La Nazione" del 19 novembre 2012.
Le «indocili» poesie di Francesco Gurrieri
Francesco Gurrieri affida all’esercizio poetico una «interrogazione della vita». Gli delega un compito preminentemente conoscitivo: una funzione rivelatoria tra pensiero e sentimenti, razionalità ed emozioni, che situa la sua scrittura a un denso crocevia dell’espressione artistica, in particolare di quella letteraria e più in particolare ancora di quella in versi .
Al dono lirico-visivo che i testi di Disegni indocili esibiscono si abbina una forte capacità icastica: un segno sintetico tra precisione e incanto interpretabile nel senso delle possibilità intellettive e mentali, e non solo di quelle, nel saper liricamente condensare in simboli e immagini, di tipo intuitivo e suggestivo.
L’«interrogazione della vita» avviene così su un’iniziale base ottica (la vita secondo la vista), ricollegabile però a quelle «squadre e compassi» e a quelle «misurazioni d’angoli» che, citando De Amicis applicato a Fucini, Gurrieri stesso convoca, nel presentare questo suo secondo mestiere, come oggetti assenti, in realtà solo nominalmente congedati e sostituiti dalla «penna».
Disegni indocili: disegni instabili, incerti e sfuggenti, disegni dinamici, irrenitenti, forse imprendibili. Quadri del reale tra una storica Firenze città delle meraviglie insidiata dal moderno e un irripetibile paesaggio toscano che la poesia fa suoi.
In Guerrieri i caratteri espressivi tendono poi, sempre, a farsi diagrammi esistenziali, quotidiani bilanci e attimali consuntivi, situando la sua scrittura oltre ogni già data «credenza di fede», e invece tra i confini di una più impervia condizione umana: la poesia – ancora citando – come una drammatica ed esaltante «investigazione della vita».
Marco Marchi
Da «Disegni indocili»
L'altra metà della vita
Qui davanti
dall'altra parte del tavolo
c'è metà della mia vita.
Dolce severa risoluta
penetrante sensuale
madre compagna amante.
Dispensa di amore
intelligenza riflessione affetto.
Fonte generosa di attenzione
imparziale
e semmai più attenta agli ultimi.
Generosa coi fiori e con le piante
così da avvertire i sintomi
della loro stanchezza
del loro appassire
del loro bisogno d'acqua e di cure.
Attenta alla luna e al cielo
e al dialogo
fra quella stella e
lo spicchio di luna crescente
quasi monogramma
scritto nell'universo
a valere
per tutti gli umani del pianeta.
E poi
la sua terrestrità.
La sua intuizione di
provenire d'altra vita
da consumarsi qui
e poi
consegnarsi mutata
pronta per altra vita.
Del tramonto che si spenge
Ombre lunghe del tramonto
che si spenge,
cantate da secoli, modellate da Giacometti;
qui a ribaltare i cipressi, gli olivi
e persino le canne
così da proiettarne le geometrie
sul prato, disposto ad accoglierle.
È un rito che si ripete
a cui solo le nubi, impedendo
l’ombra, hanno facoltà di censura.
È un rito iterato
da generazioni diverse, unite
appunto, non coscienti, da questo
percepito ripetuto evento di
reciprocità planetaria,
appena mutato dalle stagioni.
Francesco Gurrieri
(Disegni indocili, Florence Art Edizioni 2012)
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