Quali spazi e silenzi. Un ‘notturno’ di Carlo Betocchi
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Firenze, 6 dicembre 2012 – Un magnifico notturno tratto da L'Estate di San Martino, il libro per antonomasia di Betocchi, del 1961: un notturno breve e intenso come quello del frammento di Alcmane presentato nel post di ieri, e un notturno di sapore leopardiano, con quegli «spazi» e «silenzi» ad apertura che non possono non far pensare a L'infinito e alla sua siepe:«Ma sedendo e mirando, interminati / spazi di là da quella, e sovrumani / silenzi...». E quanti notturni (quanti mirabili, stupefacenti notturni) nei Canti di Leopardi...
Marco Marchi
Di notte
Quali spazi e silenzi,
quale luna e guaito,
quali fauci, dal lungo
alitare: verde spento,
cuore spento, spento
silenzio, e solo
un brillare di verità,
alte stelle, mentre
bisbigliano gli uccelli.
Carlo Betocchi
(da L’Estate di San Martino, 1961)
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