Premi. Il ‘Castelfiorentino’ incorona Magrelli
VEDI IL VIDEO "Natale, credo, scada il bollino blu" e altre poesie da "Il sangue amaro" lette dall'autore
Firenze, 12 aprile 2014 – Articolo pubblicato su "La Nazione" di oggi.
Premio speciale. Il “Castelfiorentino” a Valerio Magrelli
È Valerio Magrelli il vincitore del premio speciale alla carriera del Premio Letterario Castelfiorentino 2014. Dopo avere stilato un invidiabile albo d’oro che annovera tra i suoi nomi quelli di Luzi, Magris, Dacia Maraini, Arbasino, Camilleri, Patrizia Valduga e Vecchioni, il Premio Letterario Castelfiorentino incorona adesso uno degli autori di maggiore spicco del panorama odierno: un nome all’attenzione anche della più stretta attualità, di cui sono in libreria un acclamato romanzo come “Geologia di un padre” e una notevole raccolta di versi come “Il sangue amaro”.
Nato a Roma nel 1957, Magrelli ha esordito giovanissimo, nel 1980, come poeta con “Ora serrata retinae”. A questo libro hanno fatto seguito “Nature e venature” e “Esercizi di tiptologia”, e ancora “Didascalie per la lettura di un giornale” e “Disturbi del sistema binario”, a conferma e progressivo aggiornamento di una pronuncia discorsiva e profonda, interessata al rapporto tra poesia e visione, linguaggio e percezione del reale.
Ma Valerio Magrelli non è solo un poeta che ha trovato in una sorta d’ironia leggera e pensosa la sua cifra espressiva inconfondibile. Prosatore, traduttore, saggista e critico, anche così Magrelli riesce a cogliere inedite relazioni tra io e mondo, sfera privata e dimensione pubblica.
La premiazione il 7 giugno al Teatro del Popolo.
Marco Marchi
«Natale, credo, scada il bollino blu»
«Natale, credo, scada il bollino blu
del motorino, il canone URAR TV,
poi l'ICI e in piú il secondo
acconto IRPEF - o era INRI?
La password, il codice utente, PIN e PUK
sono le nostre dolcissime metastasi.
Ciò è bene, perché io amo i contributi,
l'anestesia, l'anagrafe telematica,
ma sento che qualcosa è andato perso
e insieme che il dolore mi è rimasto
mentre mi prende acuta nostalgia
per una forma di vita estinta: la mia».
Valerio Magrelli
(da Il sangue amaro, Einaudi 2014)
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