Un copia e incolla di troppo, e l'arresto di Gaetano Riina, fratello del boss di Cosa nostra, Totó, avvenuto il 14 novembre scorso con l'accusa di concorso esterno in associazione camorristica, viene annullato. È quanto ha stabilito il tribunale del riesame di Napoli a seguito dell'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Napoli, Pasqualina Paola Laviano. Come riportato dal Giornale di Sicilia, il giudice per le indagini preliminarie partenopeo, nella sua ordinanza, si sarebbe limitato di riassumere la richiesta di arresto della Procura di Napoli, incappando in una serie di errori, e non sostituendo nemmeno le parole "questo pm" con "questo gip".
Gaetano Riina, nonostante l'annullamento del provvedimento del 14 novembre scorso, rimane in carcere perché già arrestato nel luglio scorso con l'accusa di associazione mafiosa. Ma l'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare, emesso dal tribunale del riesame partenopeo, ha interessato altri otto indagati, tra cui Nicola Schiavone, fratello di Francesco Schiavone, detto Sandokan, capo del clan dei Casalesi. Secondo indiscrezioni, di questi otto indagati, solo tre sono stati scarcerati, mentre gli altri sono tuttora detenuti perché colpiti da altri provvedimenti restrittivi emessi nell'ambito di altre inchieste.
Chiamatelo sbaglio, o trascuratezza momentanea, o poca cura del proprio dovere, sta di fatto che questa specie di copia incolla é costato caro all'Italia intera.
Non ritengo corretto chiamare questo fatto un errore, perché solitamente gli errori sono involontari. Questo mastodontico pasticcio non credo sia volontario ma é figlio di una poca abnegazione.
Per carità sicuramente il mestiere del giudice per le indagini preliminari non è professione semplice, tantomeno in un territorio come quello campano, bellissimo quanto ricco di persone ed eventi che dubito se lo meritino.
Una giornata storta capita a tutti, come capita a tutti di svegliarsi qualche mattina e di non aver voglia di andare a lavoro. Il punto é che certe professioni proprio non possono permettersi momenti di svogliatezza, o di menti offuscate da altri pensieri o dal troppo carico di lavoro.
Mi dispiace per il gip campano incappato in questa sfortunosa vicenda, ma non posso fare a meno di guardare i fatti vedendo il bicchiere mezzo vuoto.
Su otto indagati, per una sua magagna, tre sono stati scarcerati. Certo saranno state persone meno colpevoli di altre se a loro carico non c'erano altri provvedimenti restrittivi, ma erano pur sempre colpevoli. Soggetti sui quali le nostre forze dell'ordine, e forse anche lei caro gip, ha indagato per mesi, se non addirittura anni, investendo fatiche personali e risorse economiche nazionali.
Non per voler fare la pignola, ma certe "distrazioni", a parere mio, proprio non sono tollerabili.
Non si tratta di un'accusa, ma di un consiglio: la prossima volta che avrà la testa troppo presa dal lavoro, o da altri pensieri si prenda una giornata di ferie. Stacchi un giorno, e non si preoccupi di quello che accadrà in sua assenza. Visto il lavoro che ha fatto restando, sono convinta che un qualsiasi sostituto potrebbe fare se non di meglio, per lo meno altrettanto male il suo dovere.