L’Italia di oggi ha paura di sognare? Gli italiani spero di no

Cronaca

18 luglio 2012
Ti svegli una mattina, apri il giornale, magari quello online, da casa, mentre fai colazione, oppure il classico cartaceo che trovi al bar, sdrucito e un po' accartocciato dalle tante mani tra le quali è passato, e ti accorgi quanto poco sia cambiato questo paese.
Di mese in mese, di giorno in giorno, l'Italia, come le piccole realtà locali restano lì ferme, si riempiono la bocca di parole come cambiamento, merito, rinascita, democrazia, per poi annegarle nel solito bicchiere d'acqua, mezzo pieno, dove già galleggiano numerosi sogni a cui sono stati puntualmente tarpate le ali.
E' notizia di poche ore fa quella sul senatore Marcello Dell'Utri che nell'ambito dell'indagine a suo carico per estorsione ai danni di Silvio Berlusconi - secondo quanto riportato dalle pagine di Repubblica.it - dà del pazzo a Ingroia, osservando  come i magistrati siano diventati malati e morbosi alla ricerca ogni giorno di un particolare in più.
Sino a ieri il mondo politico italiano era in allarme, tra lo sdegnato, lo stupito e l'ammirato, per la notizia della possibile ricandidatura dell'ex premier Berlusconi alle prossime politiche del 2013.
Perché qualcuno aveva qualche dubbio su questa eventualità al momento delle dimissione forzate del governo di centro-destra? Più che una eventualità era da considerarsi una certezza, un amaro spezzato del costrutto politico-sociale italiano.
Dopo la debacle, Berlusconi, come tutto il suo ex governo, non sembra mostrare un minimo di coerenza, di umiltà, di correttezza nei confronti degli italiani, ma anzi, quasi incurante di quello che è stato, pretende di tornare in campo. E non con una novità, come sarebbe stato quantomeno opportuno. Torna in pista, sembrerebbe, con un classico rimpastino: nuovo nome, non Forza Italia come si era chiacchierato in più sedi, ma Avanti Italia, come ipotizzano molti siti on line.
Che amarezza.
Dopo una sconfitta, un vero combattente, che lotta per degli ideali in cui crede, si rialza sì, ma valutando i suoi errori. Dovrebbe cercare di capire se le sue forze sono abbastanza per continuare a lottare, e soprattutto valutare se la sua figura, emblematica un tempo, non potrebbe ora diventare un peso troppo gravoso durante la lotta per le spalle dei condottieri che l'affiancano.
Ora, lo so bene, la politca italiana non è un racconto cavalleresco, e Berlusconi, del concetto di cavaliere, a mio modestissimo parere, ha ben poco, forse ora esclusivamente la parola, quattro consonanti e cinque vocali svuotate di senso compiuto.
L'Udc parla di un irreversibile rottura con il Pdl, e Di Pietro, Idv, si indigna contro il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, relativamente alla presunta trattativa-Stato mafia, perché "invece di mettere a disposizione dei giudici tutto perché dopo venti anni si possa sapere la verità sui fatti che hanno portato alla morte di servitori dello Stato, l'unica cosa che si sa è che proprio il capo della Stato non vuol far sapere cosa è successo".
E questa è un Italia che vuole cambiare? Non mi sembra.
Mi sembra piuttosto un paese che ha paura del cambiamento, che arranca nella speranza che tutto, ai vertici, resti immutato, per lo meno il più a lungo possible.
La crisi politica, sociale ed economica che ci attanaglia non si può certo superare con sprezzante codardia!
Ci vuole coraggio per realizzare un obiettivo: il raggiungimento di un sogno, qualunque esso sia, ha bisogno di passione, vitalità, preparazione, rispetto, volontà e lungimiranza. E questo, i grandi del nostro paese, dovrebbero saperlo meglio di chiunque altro. E sono convinta che, in cuor loro lo sappiano, a tal punto, da vedere collegato a questo concetto anche la fine della loro ribalta; ecco perché lo temono e lo allontanano con così tanta forza. Così come venti anni fa, mani e menti ancora ignote hanno allontanato, con un gesto di immane codardia, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino dal raggiungimento del loro sogno.
Non so dove andrà a finire questa Italia, che ignorando i sogni del paese, disorienta e offusca anche quelli delle giovani menti che lo popolano.
Un giovane oggi sogna ancora? Un titolo di studio, un lavoro, una casa, una famiglia… ci crede ancora un ragazzo italiano? Spero di sì, io ci credo nella rinascita, come credo nella meritocrazia, così come, da disillusa romantica, credo che un sogno, qualsiasi esso sia, vada coltivato e difeso con le unghie e con i denti. Per un sogno si deve lottare, con la certezza, forse l'unica, che non si rischierà mai di perdere, anche se non si dovesse realizzare, ne sarebbe comunque valsa la pena averci provato sino in fondo. Un po' come ha fatto Rossella Urru, che nell'inseguire un sogno, quello di aiutare i più bisognosi, ha dovuto superare nove mesi di difficoltà, paure e dolore, per poi tornare finalmente libera, di vivere e di sognare la vita che ha sempre sperato per sè.
Un po' (e qui faccio una breve parentesi personale, totalmente diversa dal caso di Rossella, ma ugualmente importante per descrivere la voglia di sognare dei giovani italiani) come sta facendo una mia carissima amica che sabato mattina si sposerà. I dubbi nel quotidiano sono tanti, le incertezze della vita infinite, eppure lei nonostante tutto vuole sognare e provarci.
Non importa come andrà a finire il sogno, la vita è molto più interessante del classico finale "e vissero per sempre felici e contenti" .

Berntornata a casa Rossella!
In bocca al lupo amica mia!
In bocca al lupo Italia!
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