La rivincita del cappuccino

Como

21 agosto 2012
Siamo sopravvissuti alla battaglia dei frontalieri e della benzina ma chissà se saremo in grado di reggere alla guerra del cappuccino. Una controffensiva all’ultimo uomo combattuta sul filo del confine, perché a tutti piace inzuppare il cornetto nel caffellatte la mattina.

 

Da una parte gli italiani, che con le loro auto vanno a fare il pieno in Canton Ticino, dall’altro gli svizzeri, che varcano il confine per rifornirsi di cappuccino e brioche. Sì perché in Italia non avremo i pozzi di petrolio - se per questo neppure gli svizzeri ma almeno loro non eccedono in accise come noi - però la colazione la sappiamo preparare e a un prezzo decisamente inferiore rispetto ai bar oltreconfine. Del resto per uscire dalla crisi o per rendersi più appetibile agli occhi dei turisti Como non può contare sull’oro nero. Al massimo, appunto, su quello macchiato. Meglio se provvisto di una bella schiuma. E non perché i bar della zona di frontiera si siano scoperti improvvisamente maestri nell’arte della caffetteria, ma semplicemente perché berselo al di qua della dogana, sul suolo italico, costa la metà. E non per modo di dire, visto che nei locali del centro di Chiasso si arriva fino a 4 euro. Figurarsi se ci si vuole accompagnare un bel cornetto. Roba da magnati russi. Così, complice la geografia favorevole, si espatria per fare colazione. L’unica accortezza necessaria è schivare la colonna in entrata degli italiani, che invece, in Svizzera, ci vanno per far economia sul pieno di benzina. E su chi sia più fortunato in fatto di risparmio autoctono non c’è gara: hai voglia a riempire il serbatoio di un Suv di espressi.


 

twitter: @corradocattaneo


 
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