Le pagelle della politica

Cronaca

10 aprile 2012
UMBERTO E RENZO BOSSI

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Se la Lega tramonterà, non sarà solo a causa degli addebiti giudiziari. Non si piegherà solo sulle macerie della sbandierata diversità dalle tangentopoli altrui. E non solo sconterà, per la legge del contrappasso, la pena di essere ridicolizzata da «Roma Ladrona». Dopo 23 anni nella storia patria (sic! la storia della Padania non esiste) pagherà per aver tollerato la logica del familismo. Lo sa anche lui, Bossi senior, che, rimuginando sulla scelta dei figli in politica, ha ammesso: «La cazzata più grande l’ho fatta io». Al punto da dover ora accettare la ‘testa’ del Trota.

MANUELA DAL LAGO

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Nel triumvirato che traghetterà la Lega fino al congresso, si è guadagnata un posto tra Maroni e Calderoli. Bossiana ortodossa, a suo tempo lusingata dal capo col massimo riconoscimento celodurista («donna con le palle»), all’onorevole già bis presidente della Provincia di Vicenza il compito di rappresentare la rabbia che cova in Veneto. Da dove, a differenza degli altri avamposti padani, nessun dirigente è andato a omaggiare il capo.

ROBERTO CASTELLI

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Mentre Maroni sbeffeggia su Facebook Rosy Mauro e il compagno cantautore di ‘Kooly Noody’, c’è chi usa toni sobri per la resa dei conti. Lui che i conti del Carroccio tante volte (senza successo) aveva chiesto di visionare. Con buona pace, ora, della sua reputazione di militante, ingegnere, ex Guardasigilli.

EMMA BONINO

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Non importa come, basta riscrivere le regole sui soldi ai partiti. La vicepresidente del Senato stana le esitazioni dei partiti. E col tono di chi la sa più lunga ammonisce: volete cambiare? Fatelo con la rapidità con cui in una notte sconfessaste il referendum del ‘93 (contro il finanziamento pubblico ai partiti) per introdurre la legge sui rimborsi elettorali.

Twitter@marcellacocchi


Marcella.cocchi@quotidiano.net

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