Monti scivola sul sisma e sul calcio

Cronaca

29 maggio 2012
 Mario Monti ha inanellato una 'uno-due' poco felice.

Mentre in Emilia si 'balla' a 5.8, i capannoni si accasciano su operai al lavoro e case più o meno storiche perdono pezzi e uccidono persone, non è il massimo sentire un premier che dice “il terremoto non è colpa dello Stato”. Certo, ci mancherebbe. E' frase, quella del presidente del Consiglio, che equivale a invocazioni senza senso come “piove, governo ladro”. Anche perché, se nessuno potrebbe pensare che lo Stato sia responsabile del sisma, molti – soprattutto gli sfollati, soprattutto i familiari delle vittime, soprattutto i vigili del fuoco e chiunque altro rischia la vita sul lavoro – avrebbero invece tutte le ragioni di protestare per il taglio dei rimborsi in caso di calamità. E gli stessi potrebbero chiedersi perché mai il Consiglio dei ministri, solo domani, e non nel giorno stesso del terremoto, si aggiorni sugli interventi.

Secondo scivolone, di tutt'altro tenore. Dice Monti: “Non è una proposta, ma il campionato di calcio si dovrebbe sospendere per 2-3 anni”. Prima di tutto dalla politica, soprattutto se a governare c'è una squadra di tecnici, ci si attendono proprio proposte, non suggestioni. E poi: fermare il mondo del pallone corrotto? Bene. E allora alla politica corrotta che cosa dovremmo fare? Il sistema deve funzionare bene, non fermarsi. Infatti, al contrario della precedente sparata, merita una seria riflessione un'altra frase del premier: "Trovo inammissibile che si usino soldi pubblici per ripianare società di calcio". Questo è un altro discorso, giusto, tutto da approfondire.

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