Oscar Giannino è un dilettante: smascherato per aver dichiarato fra le sue credenziali un paio di lauree e un master mai conseguiti, ha lasciato la guida del suo movimento elettorale. Non gli sarebbe certo successo nel basket, dove c’è chi racconta di aver fatto la Bocconi semplicemente per aver assistito a due lezioni. E dire che sotto canestro basterebbe soltanto saper far di conto: purtroppo, c’è ancora chi non riesce a fare due più due.
Due i buoni segnali della settimana: Caserta che garantisce di arrivare in fondo al campionato, giocato con due stranieri in meno rispetto alle altre squadre, e Montegranaro che paga gli stipendi di dicembre. Brutta faccenda quando a far notizia è la normalità: farebbe bene a rifletterci su la Lega che, come medicina per guarire dalla più grave delle sue malattie, pensava addirittura di bloccare le retrocessioni. Il metodo più sicuro per tenersi il morbo in casa: ovviamente Petrucci, che in tasca ha già il disegno del futuro, l’ha immediatamente respinto al mittente.
Non è un bel momento: amplificarlo, gridando ai quattro venti di esser rimasti senza soldi o di pagare in ritardo gli stipendi, non aiuta. E’ uno dei piccoli capolavori del basket attuale: riuscire a diffondere di sé soprattutto l’immagine più decadente. Purtroppo, non c’entrano i giornalisti: a comunicare il peggio sono direttamente le società. Tanto che i pochi marchi che si avvicinano lo fanno in dosi omeopatiche: tre mesi per Oknoplast a Bologna, quattro partite per Fox Town a Cantù. Presto avremo lo sponsor a eliminazione diretta: se vinco, resto.
Eppure i segnali, come in tutte le crisi più profonde, non mancano: se è tornato Petrucci, possono tornare anche quei navigati dirigenti che oggi sono inspiegabilmente fuori dalla porta. Rispetto ai quali, gli attuali sono in debito di tutto: dalle buone idee all’esperienza, la scelta è ampia. Di sicuro, torneranno antiche formule: dal 2014 avremo A1 e A2 strutturati come una volta, con playoff e playout che coinvolgeranno le squadre di entrambi i tornei. Due campionati professionistici con 24 squadre in tutto, con garanzie economiche doppie rispetto a quelle attuali e una nuova (vecchia) tv come Sky. E’ la ricetta per fermare il declino. E non c’è neanche bisogno di aver messo il naso alla Bocconi.
La frase della settimana. «Troppa gente è rimasta fuori dal palasport: in estate intendo darmi da fare per andare a giocare a Modena». (Ivan Paterlini, presidente di Reggio Emilia, studia di premiare la fedeltà dei suoi tifosi chiedendo di non spendere soldi solo per il biglietto, ma anche per la benzina).
Pubblicato su il Resto del Carlino, il 4 marzo 2013