Più che imparare, credo che dobbiamo disimparare tante cose che ci sono state ficcate nel cervello nei nostri anni di vita. Michelangelo diceva che le sue meravigliose sculture erano semplicemente il risultato del su togliere al blocco di marmo, a colpi di scalpello, tutto ciò che era di sovrappiù. Impariamo da lui: perché il nostro essere rifulga, e noi possiamo essere e dare il meglio, abbiamo bisogno di liberarci di tutti gli orpelli, i pregiudizi, le convinzioni sbagliate che ci sono state instillate. E che sono penetrate nella nostra mente. Questo accade soprattutto quando siamo bambini. La pelle di un bambino è molto più delicata di quella di un adulto: anche uno schiaffetto gli resta impresso a lungo. Lo stesso vale per la psiche del bambino. Ciò che non fa né caldo, né freddo a un adulto può invece risultare traumatico per un piccino.
C’è un modo per sapere se le convinzioni, le idee, le credenze che hai assorbito lungo il percorso della vita sono costruttive o distruttive. Analizzale. Una per una, man mano che si presentano alla tua consapevolezza. Singolarmente. E chiediti: come mi fa sentire questa convinzione? Quali sensazioni produce in me? Mi fa stare bene o male? Se ti fa stare bene, tientela stretta. Se ti fa stare male, o ti procura disagio, cambiala.
Le convinzioni religiose sono spesso tra le più radicate e profonde dell’individuo. E’ molto facile che ciò che ci viene insegnato da bambini ci rimanga per tutta la vita. Anche in questo caso invito a porti la stessa domanda. Una volta che sei uscito dalla chiesa, dalla moschea, dalla sinagoga, dal tempio come ti senti? Felice, in pace con Dio e con il mondo, pieno d’amore e di serenità, oppure oppresso dal rimorso, dal senso di colpa, dal peso del peccato? A seconda della risposta puoi capire se quella fede fa per te.
Mario Furlan è docente universitario di Motivazione e crescita personale e life coach. www.mariofurlan.com