Mario Furlan, life coach – Proattivi, non reattivi!

Cronaca

25 luglio 2012
Non è facile, lo so. Ma un grande obiettivo di chi crede nella crescita personale è arrivare ad essere proattivi. Che significa? Significa non essere reattivi. Reattivo è chi reagisce a qualcosa. Istintivamente. A uno stimolo. A una situazione. A un problema. Proattivo, al contrario, è chi si ferma a pensare. A riflettere. A ragionare. E a capire cosa gli conviene più fare.
Il reattivo agisce d’impulso. Come con la martellatina del medico sul ginocchio, che lo fa automaticamente scattare. Ha fame? Mangia la prima cosa ghiotta che gli capita a tiro. Anche se sa che gli fa male. Vede una persona sessualmente attraente? Cerca di andarci insieme, senza porsi troppe domande. Incontra qualcuno che gli sta antipatico? Lo tratta male. Ha un problema? Lo affronta saltandogli addosso. Oppure scappando via. Il proattivo fa l’opposto. Frena la sua tendenza naturale, la tiene a bada e usa invece la volontà. Il proposito. L’intenzione. Si chiede: E’ meglio che io agisca in questo modo? Oppure in quest’altro? Mi conviene svoltare a destra? Oppure a sinistra?
Gli animali sono sostanzialmente reattivi. Come i famosi cani di Pavlov: lo scienziato suonava un campanello, loro si mettevano a salivare aspettando il cibo. Gli uomini che hanno lavorato su di sé diventano proattivi. Hanno, come tutti, alcuni momenti in cui tornano reattivi. Perché l’istinto riprende il sopravvento. Ma riescono a superare questi momenti. E a riprendere in mano le redini della loro mente. Del loro cuore. E, quindi, della loro vita.

Mario Furlan è docente universitario di Motivazione e crescita personale e life coach.
www.mariofurlan.com
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