Juan Carlos è un tipo particolare. Quando il colonnelo Tejero entrò alle Cortes pistola in pugno sicuro che il suo fumettistico golpe sarebbe stato appoggiato dalla corona, fu l'allora giovane monarca a convincere la Terza armata che stava marciando verso Madrid decisa a occupare dopo il Parlamento gli altri centri di potere a desistere dall'azione che avrebbe fatto ripiombare la Spagna negli incubi del franchismo. La Guardia Civil, così, dopo una resistenza durata una notte, si arrese, ma Tejero ha potuto festeggiare pochi giorni fa i suoi 80 anni libero dopo avere pagato il dovuto alla giustizia. Il Borbone guadagnò una popolarità che in Europa era seconda solo a quella di Elisabetta,godendosi la vita alla Zarzuela e in giro con la sua barca nel miglior modo possibile. Ma con l'età, Juan Carlos ha perso non solo il suo aplomb, ma soprattutto la fiducia dei suoi sudditi. Direte: la monarchia spagnola conta abbastanza poco rispetto al governo che si alterna nella penisola iberica, ma mette d'accordo tutti, fa tenere in piedi un Paese nel quale catalani a oriente e baschi a settentrione desidererebbero tanto farsi uno Stato loro. Nel nome del re questa suddivisione non c'è mai stata. Ma i tempi passano e la crisi diventa sempre più grave e con la gravità della crisi il re rischia davvero di perdere la testa.
Se la Spagna se la passa male, dunque, Juan Carlos se ne frega: va a uccidere gli elefanti in Botswana quando i suoi compatrioti cominciano a non sapere come giungere alla fine del mese e non dice una parola di conforto. Tutt'altro: si porta dietro l'amante del momento e si fa scoprire. Donnaiolo l'aitante (una volta) coronato lo è sempre stato, ma stavolta ha passato il limite. Le fotografie con Corinna Larsen apparse la prima volta nel 2006, ma poteva essere un caso, si sono riproposte anche in questo viaggio e la regina Sofia ha fatto due e due quattro: va bene chiudere gli occhi, va bene fare finta di nulla quando la scappatella resta fra le mura di qualche hostal, ma sulle prime pagine dei giornali davvero no. E poi, Corinna con la mano nella mano per soccorrere il re fratturato all'anca prorpio nella sfortunata trasferta africana della caccia grossa non l'ha retta. Tutti eventi che hanno portato adesso a una decisione assolutamente senza eguali: la regina Sofia e il re Juan Carlos non festeggeranno i cinquant'ani di nozze assieme.
Le fonti vicine ai sovrani non danno spiegazioni, non parlano di litigio, mostrano solo le foto della coppia regnante come se niente fosse, sorridente in mezzo a figli, generi inquisiti e nuore, nipotini e servitù. Ma Sofia, 73 anni, e Juan Carlos, uno in più, sembra davvero siano su una brutta china e il loro regale matrimonio potrebbe scricchiolare. Non si sa se scricciola più questo o il trono: la maggioranza degli spagnoli sarebbe stufa di non avere soldi da spendere e vedere il loro re che ne spande anche troppi. E che soprattutto li butta via con una tedesca tanto più giovane di lui (Corinna ha 47 anni). Non è questo ciò che affonderà o salverà la Spagna, per carità, ma di certo la storia del re è la metafora perfetta di un Paese che aveva raggiunto un livello di prosperità che sembrava eccezionale e che improvvisamente si ritrova con le pezze ai pantaloni. Forse era una crescita dopata quella del governo socialista di Zapatero (come Aznar dopò la democrazia dopo gli attentati di Atocha); ora il popolare Rajoy dovrà fare la parte del tagliatore e ci rimetterà anche lui. Stavolta Juan Carlos non potrà fermare la Terza armata. Deve solo sperare nella clemenza dei sudditi. E che prima o poi il disastro economico europeo si fermi, anche se a Madrid il baratro sembra sempre più vicino.