Un libro e una vita

Curiosità

1 novembre 2012
Parlavo di libri e buone letture con AXY. A un certo punto lui dice “per me è più importante il modo in cui è scritto un libro rispetto alla storia che racconta”.
Non ha fatto in tempo a terminare la frase e io ho pensato “dissento totalmente”.
Generalmente quando – spesso - vado in libreria alla ricerca di libri da leggere, leggo attentamente la presentazione della storia cercando di capire se può catturare la mia attenzione, coinvolgermi oppure no.
La frase, però evidentemente, ha continuato a rimbalzare dentro di me, tanto che nei giorni seguenti, mentre leggevo ho iniziato a osservare come la storia che stavo leggendo era raccontata e lo stile di scrittura.
Poco a poco mi sono resa conto che quel punto di vista non era da scartare, che il modo, la forma, lo stile aiutano ad appassionarsi, che ogni storia può essere raccontata bene o male, ma è il buon racconto che ne fa la differenza.
Ci sono dei libri scritti male e che si abbandonano perché non hanno ritmo, non hanno buone descrizioni, non riescono a far passare emozioni e magari la storia in sé è interessante.
Mi sono messa a pensare al best seller dell’estate quello per cui parecchie donne si sono convertite alla lettura da ombrellone e che io ho abbandonato all’ottantesima pagina non tanto perché la storia era di una banalità e di una superficialità indicibile quanto per l’improbabile forma e la totale assenza di capacità nel coinvolgere una buona lettrice come me
E se per caso, mi è venuto a questo punto il dubbio, fosse così anche per le nostre vite?
Ci sono vite apparentemente belle che vengono vissute male, senza consapevolezza dei particolari, senza entusiasmi, con superficialità e vite apparentemente banali che però vengono rielaborate con significato e coinvolgimento tanto da apparire degne di essere vissute e persino entusiasmanti.
E’ una questione di forma? Non so, forse nel nostro raccontare una storia e nel raccontarci la nostra vita la forma è importante, così come lo è il ritmo, la capacità di analisi, l’ironia, le descrizioni che si fanno e gli elementi che si decide di trattenere sulle pagine o nella nostra memoria e quelli che si decide di lasciare andare perché non ne vale la pena.
Non mi è ancora capitata l’occasione di dire ad AXY che aveva ragione, che effettivamente conta la scrittura più della storia e che un buon racconto può rendere un libro o una vita davvero interessanti. Glielo dico da qui, sperando di aver utilizzato un buono stile
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