Silenzio

Curiosità

19 novembre 2012
Si chiacchiera per conoscersi meglio, per scambiarsi informazioni, per mettere in scena se stessi, per raccontarsi, per ascoltarsi, per conoscere meglio le persone che ci interessano. Si discute per far valere la propria opinione, per cercare di convincere gli altri di essere nel giusto. Ci si confronta per costruire un progetto, portare avanti un’idea.
Spesso si dicono cose che non corrispondono esattamente alla verità non per desiderio di mentire, ma per rendere la realtà più piacevole e conforme a ciò che desideriamo.
Per me parlare con gli altri è un momento di conoscenza profonda, se si tratta un argomento che conosco bene non ho problemi a dire la mia, se invece si parla di qualcosa che a me è sconosciuto, faccio domande, mi interesso, per imparare cose e sentire idee nuove.
Con le parole cerchiamo di rendere più bello un racconto, se vogliamo riusciamo a demolire qualsiasi cosa.
E’ il silenzio che ad alcuni fa paura.
Saper stare in silenzio è una grande capacità e una grande forza.
Il silenzio ci fa fare i conti con noi stessi, ci evidenzia quelle parti di noi che non conoscevamo e con il rimbombo delle parole riuscivamo a rimuovere, ci fa fare “amicizia” con nostri pensieri e comportamenti che apparentemente non riconosciamo e che fanno comunque parte di noi.
Il silenzio aiuta a capire realmente cosa desideriamo.
Il silenzio ci fa soffrire ancora di più se stiamo vivendo un brutto momento, ci fa pensare a quello che avremmo desiderato fare, alla seconda possibilità, a ciò che avremmo voluto dire a chi non c’è più o non può più sentirci.
Il silenzio però permette anche di ripartire, di aver acquisito nuove parti di noi stessi, nuovi pensieri anche scomodi, ma con cui non si può far finta di non convivere.
Io amo stare in silenzio, nonostante sia in grado di trattenere persone per ore con le mie chiacchiere, i miei scherzi e le mie battute. Quello che esce dal silenzio, poi, è materiale per conoscermi meglio e vivere sulla base di ciò che è emerso. Non sempre è semplice.
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