Ho appena terminato di leggere un’intervista a Justine Malle, figlia del grande regista francese Louis Malle, che ha presentato al Festival del cinema di Roma la sua opera prima, Jeunesse.
Racconta l’ultimo anno di vita di Louis Malle colpito da una malattia degenerativa e del senso di colpa della figlia che proprio in quel periodo si innamora. La regista dichiara “ho ancora i sensi di colpa per essermi innamorata mentre stavo perdendo la persona più importante della mia vita”.
Mi ha fatto molto riflettere questa intervista.
Come è possibile conciliare dentro noi stessi sentimenti ed emozioni così differenti?
Razionalmente prima di vivere le situazioni ci sembra che tutto debba essere suddiviso in compartimenti e che il dolore straziante nel perdere una persona non possa lasciare spazio ad altro o, in situazioni opposte, la felicità più splendente non possa lasciare il tempo per pensieri dolorosi e malinconici.
La vita, e più ancora il nostro istinto di sopravvivenza, ci dimostrano che è possibile vivere emozioni differenti, l’annullamento davanti alla sofferenza di chi amiamo, ma anche la possibilità di progettare nuove cose, lo strazio della consapevolezza di perdere chi più amiamo che si accompagna con il piacere di alcune situazioni.
Il senso di colpa ci accompagna, ma non si sa se proviene da un nostro ordine di valori o da condizionamenti della società: non puoi sorridere se stai male, non sta bene.
E il senso di colpa dovuto a condizionamenti ci infastidisce, perché ci sentiamo inadatti o, peggio, colpevoli per non essere come gli altri si aspettano che siano i nostri comportamenti secondo schemi comportamentali che non hanno nulla di autentico e umanamente vissuto.
Una persona a cui voglio molto bene, si trova nell’ultimo mese ad aver perso un padre molto amato e a diventare mamma per la prima volta. Una tempesta di emozioni, tutta la gamma dei sentimenti umani viene provata in un arco di tempo brevissimo se confrontati a un’intera vita.
I sentimenti si mescolano tra di loro, il rimpianto e l’entusiasmo, la nostalgia e la curiosità.
Bisogna imparare a convivere con queste emozioni, sono tutte parti di noi stessi.
Ciò che gli altri si aspettano da noi, sono costruzioni razionali che poco hanno a che fare con la quotidianità. Forse anche noi stessi non ci aspetteremmo mai di agire in determinati modi prima di trovarci coinvolti in situazioni inaspettate.
Le sensazioni piacevoli e il desiderio di progettare cose nuove consentono, anche se per attimi, di rimuovere la sofferenza, ed è barcamenandoci tra sentimenti ed emozioni che cerchiamo di vivere al meglio la nostra vita, forse anche cercando la consolazione nel pensare che le persone che amiamo e che stanno soffrendo, tutto desidererebbero tranne che saperci tristi e senza speranza, ma, anzi, serene. O forse di vivere con questo groviglio di emozioni, non ne possiamo fare a meno.