Tu mi dici che non c’è la felicità. Che ci sono attimi di felicità, attimi.
Io ti dico che da un punto di vista puramente logico hai ragione che essendo, la felicità, un’emozione, non può durare a lungo. E’ un sentire passeggero.
Ed è proprio perché ha un inizio e una fine che si percepisce la felicità, altrimenti sarebbe uno stato continuo che non riusciremmo più a individuare (la soddisfazione e l’appagamento durano più a lungo).
Tu mi dici che ti dà fastidio la felicità ostentata dagli altri.
Io penso che la mattina quando mi sveglio spesso mi sento felice. Quando non ci sono problemi, quando non ci sono malinconie. Quando sono felice canto.
Felicità è avere ciò che abbiamo e essere esattamente dove desideriamo stare. E’ riuscire ad andare un po’ oltre il senso di colpa che ci segue quando abbiamo tante cose da fare e tanti doveri.
Questo è ciò che riesco a riassumere per definirla, anche se consapevole del fatto che è una definizione non completa e non approfondita.
Felicità non significa accontentarsi, significa avere degli obiettivi, ma mentre questi si perseguono non sentirsi stretti dentro la propria vita.
Felicità è riuscire a capire quando si è raggiunto un obiettivo e gioirne. Assaporare l’obiettivo raggiunto e poi, più tardi, fissarsene uno nuovo.
Felicità è capire che in quel momento stai facendo esattamente la cosa che vorresti fare, stai dicendo esattamente la cosa che vorresti dire e sei esattamente nel posto in cui vorresti essere.
Ognuno di noi trae motivo di felicità da situazioni diverse dagli altri, la felicità è qualcosa di fortemente soggettivo, che si modifica, oggi sono felice per delle cose che ieri mi lasciavano indifferente.
La felicità strizza l’occhio all’entusiasmo. Io la conosco bene perché mi entusiasmo, mi appassiono, perché se credo in una cosa vado fino in fondo e l’essere coinvolta mi fa sentire esattamente dove vorrei essere. Se inizio a fare una cosa ci credo e mi lascio portare dall’entusiasmo.
Non sorrido vuota davanti agli inciampi della vita, conosco bene la malinconia e la tristezza, ma spesso prevale la voglia di sentire il bello, di andare alla ricerca del momento in cui penso “non c’è altra cosa che vorrei fare, dire, guardare, assaporare, ascoltare” E mi sento felice. E non ci credo che anche per te non è così