Ci sono quattro modi per giocare a tennis: a rete, a fondo campo, a casa quando si ripensa alla partita appena giocata, sul divano mentre, da spettatori, si guardano i tornei più belli del mondo.
Quando giochi a rete non hai tempo di pensare, vivi di istinto e reazioni immediate, ti diverti molto
e gli scambi con il tuo avversario ti lasciano poco tempo per riflettere. E’ proprio come quando trascorri il tuo tempo a stretto contatto con una persona. E’ uno scambio continuo, di informazioni, pensieri, detti, non detti, battute, emozioni. Sei curioso di capire quale sarà la prossima mossa, la prossima risposta.
Quando giochi a fondo campo hai tempo per studiare chi hai davanti, spesso indovini dove tirerà, quale è la sua idea, riesci anche a capire quali sono i suoi punti deboli, puoi decidere di tenere alto il ritmo dello scambio o abbassarlo. Quando giochi da lontano puoi curare anche lo stile e la forma.
Hai il tempo di pensare e di rispondere con i tiri che ti riescono meglio, così come quando hai il tempo per pensare hai modo di costruire discorsi più profondi per parlare con una persona.
Per essere un buon tennista devi imparare a giocare sia a rete che a fondo campo.
Quando rielabori la partita a casa, è come quando ripensi a una persona che è lontana e che o non rivedrai mai più o vedrai dopo un periodo di assenza. Hai tempo per riflettere e rivedere l’incontro dentro di te, perché puoi usare tutto il tempo che vuoi. Forse questo è il momento più importante della partita.
Hai il tempo per capire quali sono gli avversari che ti fanno dare il meglio di te stesso, quelli che ti permettono di giocare le tue migliori partite, quelli che riescono a far sì che sulla tua racchetta l’incontro con la palla abbia quel meraviglioso, inconfondibile rumore caldo, secco, chiaro che solo chi gioca o ha giocato a tennis riconosce tra mille (e a me provoca tutt’ora una grandissima emozione). E’ quello l’avversario ideale, quello che ci fa giocare le nostre migliori partite e senza il quale non riusciremmo a provare un piacere così intenso nel giocare.
Hai il tempo di ripensare anche agli altri avversari, a quelli che tirano fuori il peggio di te stesso, a quelli che ti fanno giocare delle partite insulse, a quelli che giocano sempre la stessa partita, a quelli con cui un tempo amavi giocare, ma poi il tuo gioco è cambiato e non vi siete più trovati, così come nella vita fai incontri di tutti i tipi.
Qualcuno mi ha detto una volta, devi provare a giocare con tutti, con chi sa giocare meno bene di te, con chi gioca come te e con chi gioca meglio di te, c’è bisogno di tutte queste cose e poi trovare la persona con cui giochi meglio, perché solo quelli saranno gli incontri che ti ripagheranno dalle tante fatiche degli allenamenti e dalle frustrazioni delle migliaia di palline buttate in rete.
Se hai deciso di stare sul divano a guardare la partita di tennis, hai deciso di non sporcarti di terra rossa le scarpe, i vestiti e soprattutto le mani. Tendenzialmente hai deciso di pensare che tu giocheresti molto meglio ed è più facile criticare chi sta giocando. Hai deciso di non metterti in gioco, di non rischiare di perdere 6/0 6/0 vedendo il ghigno di qualcuno che non ti vuole bene, ma hai anche deciso di non provare mai l’emozione che ti dà giocare contro il tuo migliore avversario, quello che ti fa dare il meglio di te stesso, quello che, indipendentemente da come è andata la partita, ti fa essere felice di avere giocato con lui