L’ora più bella

Curiosità

29 luglio 2013
Come tutti gli anni sto facendo una ricerca delle recensioni migliori per scegliere i miei compagni di viaggio preferiti: i libri. Mi sono imbattuta in queste righe “L'ora più bella della nostra vita è quella che non riusciamo a trovare, nel nostro passato come nel presente o nel futuro. Ci sfugge, ci costringe a inseguirla per poi subito metterla in dubbio. Eppure tutti noi dobbiamo almeno raccontarci di averne una, per poterla raccontare. Chissà, magari è stata l'ora in cui ci siamo presi, con la disobbedienza, il diritto alla felicità”, così viene presentato un e-book di Stefano Benni.
E’ scattata immediata la ricerca, nella mia mente, per l’identificazione della mia “ora più bella”.
La maggior parte delle volte, mentre la si sta vivendo, non si ha la consapevolezza che sia l’ora più bella. Altre volte, invece, quando qualcosa è molto atteso, la si aspetta, la si vive e la si colloca dentro di noi nel cassetto riservato ai motivi per cui val la pena vivere.
Vien da sé che non esiste l’ora più bella. Non ne esiste una. Ne esiste una per volta, a seconda del momento, di ciò che siamo, di ciò che desideriamo e di ciò che ci fa stare bene.
Era il primo settembre dell’anno scorso e per quegli strani casi della natura il cielo e il mare erano dello stesso colore grigio-azzurro, le nuvole erano appoggiate sull’orizzonte e il vento soffiava forte, ma non sgradevole. In spiaggia c’eravamo solo io e mio padre, grandi amanti del mare.
Io facevo foto, lui leggeva il giornale.
È stato un momento così, forse il modo migliore per darci l’addio, anche se allora non lo sapevamo.
Questa oggi per me è una delle mie ore più belle, perché il ricordo che l’accompagna è denso di dolcezza.
Così come quando stavo per atterrare a Lisbona, viaggio che ho desiderato a lungo e che nel giro di poco tempo, invece, è stato organizzato e vissuto.
La telefonata di riavvicinamento che è arrivata quando ormai non ci pensavo più. Non tanto per quello che è successo dopo, ma per i fantasmi che ha cancellato.
Quando avrò finito di scrivere queste righe so che poi mi verranno in mente tante “ore più belle”, perché la nostra mente ha solo bisogno di fare esercizio, di allungarsi un po’ per andare a riprendere le ore più belle da bambini, lo sport, le gite, ricevere un regalo tanto desiderato e la corsa per fare un regalo che sai che fa piacere. L’ora più bella è guardarmi intorno, essere lontano da casa per imparare delle cose, tornare a casa e rendermi conto di averle incontrate, viste, vissute.
Uno sguardo, un complimento, un chiarimento. Sapere di avere trovato un lavoro, aver fatto un buon lavoro. Riuscire a raggiungere un obiettivo che ci siamo dati.
L’ora più bella è quando fai gol e nessuno ci avrebbe scommesso.
L’ora più bella è quando sei stanco e ti fermi e per un’ora non pensi a nulla.
L’ora più bella è quando aspetti di vedere una persona a cui vuoi bene.
E’ quando stringi la mano di tuo figlio, quando parli a un’amica e sai che capisce esattamente ciò che intendi dire.
Benni parla di diritto alla felicità. Istinto che sta dentro di noi, che a volte sembra assopito, che a volte maltrattiamo perché significherebbe darsi da fare. A volte è più facile lamentarsi che cercare di raggiungere l’ora più bella. Perché spesso l’ora più bella la paghi, ti lascia magari un po’ di malinconia e nostalgia.
La cosa bella dell’ora più bella è che è soggettiva, che sì, la puoi raccontare, la puoi pure fotografare, ma è tua. La puoi condividere e se sei fortunato trovi persone per cui ha lo stesso valore, che la identificano anche loro come l’ora più bella, oppure a cui la puoi raccontare e comprendono la tua gioia, ma ciò che provi, ciò che senti è solo tuo.
L’ora più bella è quando capisci che in spiaggia magari gli altri non ci sono andati perché non era bel tempo, ma tu ci sei andato e hai potuto vivere quel momento, quando segni il gol e pensi che in tanti ti avevano sconsigliato di giocare a calcio, quando arrivi a Lisbona e tutti ti avevano detto “non andarci”, quando sai che dovresti lavorare e ti fermi a pensare a qualcosa che ti fa stare bene, quando avevi mille impegni, ma hai deciso di andare a vedere cosa fa tuo figlio. Forse è questo che si intende con “prenderci con la disobbedienza il diritto alla felicità”, perché c’è poco da fare… l’ora più bella, è quella “rubata”
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